VENEZIA – Fuori concorso ci sono due film biografici, basati su personaggi iconici. Il primo è The Kingmaker di Lauren Greenfield. Incentrato sull’indomita personalità di Imelda Marcos, il film esplora con uno sguardo senza precedenti l’improbabile ritorno al potere della famiglia Marcos nelle Filippine. Il film indaga l’inquietante retaggio del regime di Marcos e documenta le pressioni esercitate da Imelda nel tentativo di far ottenere la vicepresidenza al figlio Bongbong. Per raggiungere il suo scopo, Imelda riscrive disinvoltamente la storia di corruzione della sua famiglia sostituendola con la narrazione dell’amore stravagante di una matriarca per il proprio Paese. “Ex First Lady delle Filippine, celebre per la sua mania per gli eccessi, Imelda Marcos è stata una figura iconica nel corso della mia lunga esplorazione fotografica e filmica dell’opulenza – spiega la regista – Sbalordita dal fatto che fosse riuscita a fare ritorno sulla scena politica locale dopo essere stata deposta in seguito a una rivolta popolare, ho iniziato a filmarla e ho scoperto che, a ottantacinque anni, era ancora un abile ‘animale politico’, come la descrive il figlio Bongbong. Imelda ha lavorato per riscrivere la storia della sua famiglia nell’intento di sostituirla con il racconto dell’amore generoso di una matriarca per il suo Paese”.
Il secondo è Seberg, di Benedict Andrews, con Kirsten Stewart. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film narra la storia di Jean Seberg, protagonista di À bout de souffle (Fino all’ultimo respiro) e beniamina della Nouvelle Vague francese, che sul finire degli anni Sessanta finì nel mirino del programma di sorveglianza illegale dell’FBI. Il coinvolgimento politico e sentimentale dell’attrice con l’attivista per i diritti civili Hakim Jamal la rese un obiettivo dei tentativi spietati del Bureau di arrestare, screditare e denunciare il movimento del Black Power. Un giovane e ambizioso agente federale, Jack Solomon, viene incaricato di sorvegliare l’attrice; i destini dei due si troveranno a essere pericolosamente intrecciati.
“Ho scoperto Jean Seberg al liceo quando il mio professore di francese proiettò À bout de souffle per la classe – dice Andrews – Fui letteralmente stregato e da allora non ho più potuto dimenticare la sua incredibile recitazione. Seberg ridefinì i parametri della presenza e della verità scenica. Mi affascinano le contraddizioni di Jean, il suo incarnare allo stesso tempo fiera indipendenza e apertura emotiva, tristezza e ingenuità, idealismo e gioia di vivere. Sotto lo sguardo spietato dell’FBI, la trama della vita di Jean si sgretola. Come il personaggio di Giovanna d’Arco interpretato per Otto Preminger, Jean attraversa il fuoco. Sopravvissuta all’esaurimento nervoso e alla perdita, trasforma l’instabilità in grazia duramente conquistata”.
E' da segnalare una protesta del Codacons con annessa polemica circa la premiazione di Luca Marinelli con la Coppa Volpi a Venezia 76. L'attore aveva rilasciato una dichiarazione a favore di "quelli che stanno in mare e che salvano persone che fuggono da situazioni inimmaginabili". "In modo del tutto imprevedibile - si legge nel comunicato del Codacons - il premio come miglior attore non è andato alla splendida interpretazione di Joaquin Phoenix"
Venezia 76 si è distinta anche per una ricca attività sul web sui social network. Sulla pagina Facebook ufficiale sono stati pubblicati 175 post che hanno ottenuto complessivamente 4.528.849 visualizzazioni (2018: 1.407.902). Le interazioni totali sono state 208.929 (2018: 64.536). I fan totali della pagina, al 6 settembre 2019, sono 360.950, +4.738 dal 24 agosto 2019
Nel rituale incontro di fine Mostra Alberto Barbera fa un bilancio positivo per il cinema italiano: “In concorso c’erano tre film coraggiosi che osavano – ha detto il direttore - radicali nelle loro scelte, non scontati, non avrei scommesso sul fatto che la giuria fosse in grado di valutarne le qualità"
Luca Marinelli e Franco Maresco, rispettivamente Coppa Volpi e Premio Speciale della Giuria, ma anche Luca Barbareschi per la coproduzione del film di Roman Polanski J'accuse. Ecco gli italiani sul podio e le loro dichiarazioni