Fulvio Risuleo e quella varicella presa da adulto

Il 24enne regista con il premio in euro vinto l’anno scorso a Cinéfondation, grazie al cortometraggio Lievito madre, ne ha realizzato uno nuovo, Varicella, selezionato dalla Semaine de la Critique


CANNES. La scommessa del 24enne romano Fulvio Risuleo è stata vinta. Il premio di 3mila e750 euro ottenuto l’anno scorso a Cinéfondation grazie al cortometraggio Lievito madre, arrivato terzo ex aequo, è stato investito per realizzare un nuovo corto, Varicella, con il proposito di tornare sulla Croisette. E ora è la Semaine de la Critique ad aprire le porte (si vedrà il 16 e 17 maggio nel Programma cortometraggi 1).
“Mi confronto con una selezione molto più cinefila, guidata da Charles Tesson, critico dei ‘Cahiers du cinéma’. Cannes è del resto un festival che coltiva nel tempo i rapporti con i registi, il fatto di esserci per la seconda volta consecutiva mi fa ben sperare per il futuro – dice soddisfatto Risuleo – Varicella è costato circa i 5mila euro, ma tante persone hanno lavorato volontariamente, e la Kodak ci ha regalato la pellicola 35mm”.

Nel precedente Lievito madre la coppia affiatata veniva messa in crisi da un personaggio non umano, fatto solo di acqua, farina e miele, di cui il marito s’innamorava perdutamente. In Varicella, interpretato da Edoardo Pesce (Se Dio vuole) e Giordana Morandini, ora è la malattia a insinuarsi nella coppia, scardinando il tranquillo ménage familiare. Torna così in primo piano una situazione grottesca e surreale: un‘unica scena, in tempo reale, tutta girata nella cucina di una casa nell’arco di pochi minuti.
La mamma di Carlo, un bambino di 10 anni, si alza la mattina in preda all’agitazione dopo la scoperta dei rischi di una malattia infettiva come la varicella. Contratta da bambini è innocua, ma da adulti è pericolosa. Il piccolo Carlo non l’ha ancora presa e la madre pensa preoccupata al futuro del figlio. La soluzione? Fare in modo che il suo bambino s’ammali al più presto per evitare spiacevoli conseguenze tra qualche anno. Ma il marito, nonché papà di Carlo, è d’accordo? Non tanto vista la sua reazione alla proposta e la discussione si fa aspra. Insomma una vicenda paradossale narrata con tono apparentemente cupo e drammatico.

“L’idea è nata guardando una caffettiera, riflettendo sul tempo del caffè, su quello che può succedere in questo arco limitato, meno di 10 minuti. Volevo un dialogo semplice – spiega il regista – E poi mia madre, lavorando con i bambini, mi parlava di questa epidemia che stava creando un po’ di problemi. Così ho provato a prendere sul serio la varicella, nel senso che nel cortometraggio hai la possibilità di soffermarti sulle cose piccole e semplici, a differenza del lungometraggio nel quale racconti cose più complesse. Insomma mi sono cimentato con qualcosa di ‘minimale’ che nel film riterresti superfluo narrare”.

Come già in Lievito madre la storia ha per protagonista una coppia, quasi un archetipo. “E’ un modo semplice per essere già dentro una storia, non devi spiegare molto, e serve a creare una normalità in cui tutti possano ritrovarsi”.
Le reazioni delle spettatore davanti a un tema così insolito? “Subito dopo la visione, le persone interagiscono tra di loro:  ‘Io ho avuta la varicella e tu?’ si chiedono e immediatamente riaffiorano episodi veri, talvolta insoliti. E’ divertente che il mio corto stimoli alla fine discussioni del tutto estranee al cinema”.

Risuleo, che vive tra Roma e Parigi, occupandosi anche di fumetto e di ricerca dei linguaggi grafico-sonori, dopo il diploma di regia nel 2013 al Centro sperimentale, ha realizzato nel 2014 Reportage Bizarre, un progetto nato per il web e girato nella capitale francese. Venti frammenti audiovisivi, tra finzione e realtà, che raccontano altrettanti quartieri di Parigi in modi diversi, soprattutto con l’intento di esplorare il linguaggio cinematografico direttamente sul web, senza passare attraverso il momento produttivo.

Risuleo sta lavorando da due anni alla sua opera prima, Guarda in alto, sempre con la casa di produzione Revok e la stessa troupe dei corti, il progetto sta per essere presentato al MiBACT e spera di girarlo nel 2016. E’ un road movie sui tetti di Roma, un viaggio in una Roma parallela, tanto reale quanto immaginata. “Come fosse un mondo underground che la città non ha perché piena di antichità, un immaginario di Roma alternativa riportato da sotto a sopra. Questo film sarà la creazione di un mondo inesistente ma realistico. Nel cast ci saranno anche attori francesi”.
Un modo forse per accattivarsi di nuovo l’attenzione del Festival di Cannes? Ci si augura che arrivi prima un festival importante italiano.

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