Estate del 1965: per poter vivere liberamente il loro amore, un ragazzo e una ragazza sono costretti a scappare dall’isoletta del New England dove vivono. Di fronte alla fuga, i loro concittadini adulti si organizzano in vari gruppi per ritrovarli e riportarli all’ordine, ma così facendo sconvolgono la tranquillità cui sono abituati. E’ con questa commedia drammatica, Moonrise Kingdom di Wes Anderson, che si aprirà ufficialmente il 16 maggio, in ritardo rispetto al solito a causa delle presidenziali che si sono svolte il 6 maggio, la 65ma edizione del Festival di Cannes, che si concluderà il 27 con la proiezione di Thérèse Desqueyroux di Claude Miller.
Settimo lungometraggio del regista americano, Moonrise Kingdom, in uscita negli Usa il 25 maggio, è interpretato da un ricco cast composto da Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray e Frances McDormand, oltre a Tilda Swinton e Jason Schwartzman, mentre i due ragazzi in fuga sono gli esordienti Jared Gilman e Kara Hayward. In Italia lo porterà Lucky Red.
“Grazie a Anderson – ha commentato il presidente del festival Gilles Jacob – sulla Croisette verrà celebrato il giovane cinema americano”. Il quarantatreenne regista texano di Houston è diventato autore di culto grazie alle sue commedie al limite del fantastico, ricche di ironia e colori sgargianti. Tra le sue opere più amate: Un colpo da dilettanti, I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Un treno per il Darjeeling e lo sperimentale cartoon Fantastic Mr. Fox.
Il direttore del festival Thierry Fremaux ha dichiarato, circa la sua presenza: “Wes Anderson è uno dei poteri nascenti nel cinema americano, cui sta regalando il suo stile fortemente personale, in particolare con Moonrise Kingdom, che ancora una volta testimonia la libertà creativa con la quale continua ad evolversi il suo cinema”.
Il 65° anniversario della kermesse, occasione di certo speciale, è celebrato da un’affiche di gran gusto rappresentante Marylin Monroe nell’atto di spegnere una candelina, che è anche un omaggio all’attrice nel 50° anniversario della sua scomparsa. A far da madrina, sarà un esemplare moderno di ‘diva’, l’attrice Bérénice Bejo, che nel film vincitore dell’Oscar The Artist interpretava una stella emergente del cinema nel passaggio dal muto al sonoro.
La giuria, presieduta da Nanni Moretti, dovrà scegliere il palmarès valutando 22 titoli tra cui un solo italiano, Reality di Matteo Garrone che ci porta nel mondo di percezioni alterate dei “reality” televisivi con la storia di un pescivendolo napoletano e della sua variegata famiglia. Io e te di Bernardo Bertolucci sarà proiettato fuori gara, come pure Dracula di Dario Argento che figura nella sezione Mezzanotte. In concorso troviamo anche Vous n’avez encore rien vu di Alain Resnais, grande maestro prossimo al 90° compleanno, che porta al festival un adattamento dell’Euridice di Jean Anouilh con Mathieu Amalric. E ancora De rouille et d’os di Jacques Audiard e Cosmopolis di David Cronenberg. Madagascar 3 della DreamWorks Animation, fuori concorso, è uno dei film di genere più attesi. Tra gli eventi speciali anche The Central Park Five di Ken Burns, Sarah Burns e David McMahan e Roman Polanski: A Film Memoir di Laurent Bouzereau, prodotto da Luca Barbareschi e distribuito anch’esso da Lucky Red.
Tra i film in concorso non ci sono lungometraggi diretti da donne, il che ha portato un gruppo di femministe, La Barbe, a lanciare su ‘Le Monde’ un vero atto d’accusa contro il maschilismo dei selezionatori. A firmare l’appello artiste come Fanny Cottenon, Virginie Despentes e Coline Serreau, ma Frémaux ha negato ogni pregiudizio verso le registe e ha precisato che il festival non selezionerà “mai un film che non lo merita solo perché è realizzato da una donna”.
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