Frémaux, tra affaire Delon e questioni di genere

Polemiche alla vigilia della 72ma edizione del Festival di Cannes, dalla richiesta di delucidazioni sulla Palma d'Oro a Delon, ai reali progressi fatti dal festival sulla parità di genere


CANNES –  C’è aria di polemica alla vigilia della 72ma edizione del Festival di Cannes durante la conferenza stampa con il delegato generale del festival Thierry Frémaux. Subissato di domande, a partire dalla richiesta di delucidazioni sull’aggiunta all’ultimo minuto di Once Upon a Time in … Hollywood di Quentin Tarantino: “Semplicemente a fine marzo il film ancora non era pronto – ha risposto – è importante averlo perché è uno dei registi più grandi della sua generazione, ed è un piacere perché è un amico ed è bello quando un amico ritorna”. Ma ha affrontato anche la più spinosa questione sulla Palma D’Oro alla Carriera ad Alain Delon. Il grande e controverso attore, infatti, è stato da più parti ultimante contestato per alcune dichiarazioni contro gli omosessuali, per atteggiamenti dichiaratamente violenti con le donne e soprattutto per l’aperto sostegno all’ascesa dell’estrema destra in Francia. “Non gli stiamo dando il premio Nobel per la pace ma un riconoscimento alla carriera”, ha sottolineato Frémaux . “Alain Delon è grande attore. Non so esattamente cosa abbia dichiarato e quali siano le sue posizioni politiche, ma noi premiamo l’artista che ha incantato Visconti. Certo, come Festival condanniamo alcune espressioni, ma siamo contemporaneamente a favore della libertà, le persone devono essere libere di esprimersi. Alain Delon non è perfetto, come, del resto, neanche io lo sono”.

Interrogato, poi, sui progressi fatti da Cannes in materia di parità di genere, considerando la firma lo scorso anno del patto per il rispetto della parità, Frémaux ha fatto notare l’equa rappresentanza di uomini e donne nel top management del Festival (“molte cose sono cambiate negli ultimi anni”) e nella composizione delle giurie, sottolineando però come equità di genere non può voler dire una rappresentanza per forza al 50% tra i film del Festival. “Non c’è mai stata l’idea che la selezione dovesse essere forzata al 50% di rappresentanza, non selezioneremmo mai un film solo perché è stato realizzato da una donna. L’equità è una questione sociale. Ci sono sempre più donne che iniziano a fare film, tant’è che quest’anno abbiamo più registe tra la selezione dei corti e in Cinefondation, questo vuol dire che in futuro avremmo sempre più registe donne in Concorso”.

Non si placa del tutto neanche la polemica sull’abolizione delle proiezioni anticipate per la stampa, l’anno scorso del tutto cancellate, quest’anno reintegrate (con rigido embargo) ma solo in piccola parte. Il film di Gala delle 19:00 sarà, infatti, programmato verso le 17:00 per la stampa (in contemporanea nelle sale Debussy e Bazin), mentre il film di Gala delle 22:00 rimane programmato simultaneamente per la stampa ma viene anche replicato il giorno dopo alle 8:30 (Grand Théâtre Lumière). Ma tra gli addetti ai lavori c’è ancora chi non cela il malcontento.

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13 Maggio 2019

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