Frederick Wiseman, elogio della democrazia

E' un nuovo capitolo nella storia delle grandi istituzioni americane quello che Frederick Wiseman porta a Venezia, fuori concorso, con il suo City Hall


VENEZIA – E’ un nuovo capitolo nella storia delle grandi istituzioni americane – scuola, ospedale, prigione, manicomio, grandi magazzini, parchi, biblioteca, musei – quello che Frederick Wiseman porta a Venezia, fuori concorso, con il suo City Hall. 275 minuti di immersione totale nell’amministrazione di una città complessa e sfaccettata come Boston. Un documentario a suo modo di denuncia, perché il modello virtuoso del mayor Walsh suona come un atto d’accusa lucido e pacato nel confronti del presidente Trump. Posizione esplicitata dal novantenne regista in collegamento streaming con il Lido. “Walsh e Trump rappresentano i due estremi. Ogni volta che Trump apre bocca, dice qualcosa di idiota, razzista e divisivo con l’intenzione di creare il caos. Mentre Walsh cerca l’unità e la negoziazione per risolvere i problemi”.

City Hall, con lo stile a cui il cineasta ci ha abituato, dà voce ad ogni aspetto del governo della sua città – dove è tornato per girare, dato che vive a Parigi da 20 anni. Polizia, vigili del fuoco, sanità, servizi sociali, dipartimento degli affari dei veterani, misure di sostegno agli anziani, manutenzione dei parchi, autorizzazioni per varie attività professionali, registrazione di nascite, matrimoni e morti, nettezza urbana, contravvenzioni… e persino i festeggiamenti per la vittoria dei Red Sox.

Dietro ognuna di queste attività ci sono persone e idee. E poi c’è la linea di integrazione perseguita dal sindaco Marty Walsh, democratico, di stirpe irlandese (è stupendo quando ricorda ai latinos come un tempo gli irlandesi fossero definiti “cani”): giustizia razziale, edilizia accessibile e lotta agli sfratti, disabilità, azioni sul clima, aiuti per l’acquisto di medicinali, unioni civili per le coppie omosessuali. Un modello basato sul Welfare e sull’ascolto dei cittadini che suona come un’utopia realizzata. Quasi troppo bella per essere vera. 

“Ho girato City Hall – spiega Wiseman – per dimostrare che è necessario avere un governo se si vuole vivere bene insieme. Il film ritrae un’amministrazione che offre un’ampia varietà di servizi importanti e necessari in una delle maggiori città americane, la cui popolazione ben rappresenta la storia della diversità degli Stati Uniti. Il governo della città di Boston ha lo scopo di offrire tali servizi, e si impegna a farlo, conformemente alla Costituzione e alle norme democratiche”. E prosegue: “All’inizio non sapevo molto sul municipio di Boston e neppure se il sindaco sarebbe stato d’accordo ad essere ritratto”.

Con quattro settimane di riprese e una enorme mole di girato poi elaborato al montaggio, il film mostra anche la latitanza del governo federale. “E’ diventato un film anti-Trump senza volerlo. Walsh è riuscito a contrastare la violenza riaprendo il dialogo con la comunità, con tutte le etnie e religioni. E’ un esempio di democrazia che funziona, non perfetta perché nessuna forma di governo funziona perfettamente. Ora spero che Trump non vinca le elezioni. Credo che abbia perso il voto popolare ma potrebbe riguadagnare con i grandi elettori. Sarebbe terribile per gli Stati Uniti e per il mondo”.  

Bloccato dal covid, sta lavorando a un film di finzione: “Il mio metodo di lavoro non mi permette di girare un documentario che mi metterebbe in contatto con centinaia di persone, sarebbe troppo pericoloso, così sto scrivendo un monologo che spero di poter girare”. 

 

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