VENEZIA – Il concetto di autorità tipico di alcune popolazioni aborigene e il significato che l’arte trasmette sono stati i concetti al centro del secondo appuntamento della rassegna Lido Philo dedicata a “Potere e Potenza”. Protagonista della conversazione che si è svolta, come di consueto, all’Italian Pavillion dell’Hotel Excelsior Franco La Cecla, titolare della cattedra di antropologia culturale al Politecnico di Barcellona. L’antropologo è partito dal racconto di come in molte piccole società primitive il ruolo di capo o di re fosse assolutamente simbolico ma fondamentale; difatti dal momento che egli viene posto in una posizione diversa dai suoi “sudditi” diventa, ai loro occhi, uno straniero. In quanto tale, viene riverito e venerato, gli sono offerti tributi ed è investito di ruoli differenti. In cambio gli sono richiesti il vigore e la potenza, che, nel caso vengano perduti, causerebbero la sua immediata uccisione, e il corpo verrebbe conservato e considerato come una sacra reliquia.
La Cecla ci spiega come alcuni oggetti apparentemente senza valore, come delle piccole statuine incise nel legno (feticci), assumessero per queste popolazioni un valore inestimabile, tanto che rifiutavano qualsiasi compenso. Secondo loro questi oggetti possedevano una potenza intrinseca capace di assumere forme diverse. La Cecla sottolinea che questo loro pensiero non si discosti eccessivamente da quello proprio del tempo attuale; difatti il valore che diamo alle cose ne cambia la natura e la rilevanza. Per esempio, ha detto: “Se all’apparenza due poltrone possono sembrare identiche, nel caso una di esse vi venisse regalata da vostro nonno, magari ora defunto, per voi quella poltrona assumerebbe una valenza sensibilmente maggiore rispetto alla sua copia, snaturandone il suo reale valore”. Continuando su questa linea argomentativa Franco La Cecla si ricollega al concetto di arte. Infatti la vera potenza di un’opera non sta tanto nel soggetto in sé bensì nelle riflessioni che scaturiscono nell’osservatore, nel flusso di pensieri che nasce mentre si guarda l’elaborato artistico. E’ per questo che l’arte è considerata immortale e infatti è possibile apprezzare un’opera anche dopo secoli, poiché la sua potenza rimane immutata o sospesa nell’αἰών (aion, parola greca che esprime il tempo infinito).
Così si conclude il secondo incontro all’Italian Pavillon, mercoledì 6 settembre alle 17 sarà ospite il professore Rocco Ronchi, cattedra di Filosofia Teoretica all’Università dell’Aquila.
Si è conclusa con gli interventi di Umberto Galimberti e Vincenzo Vitiello l’edizione 2017 di Lido Philo. La sala piena in cui talvolta si sono dovute aggiungere sedie per gli spettatori, è una conferma dell’interesse che il pubblico della Mostra di Venezia mantiene per occasioni di dibattito culturale critico
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Il ministro della cultura israeliana Miri Regev ha protestato per non essere stata invitata alla cerimonia degli 'Ophir', gli Oscar dello Stato ebraico in seguito al suo attacco contro il film Foxtrot di Samuel Maoz
La rassegna propone nella Capitale una selezione di titoli provenienti delle varie sezioni di Venezia 74, in versione originale con sottotitoli in italiano. Oltre 40 titoli nelle 11 sale coinvolte, interessando i quartieri Prati (Adriano, Eden, Giulio Cesare), Trastevere (Nuovo Sacher, Intrastevere), Pinciano (Barberini, Savoy, Mignon), il centro storico (Farnese, Quattro Fontane) e Testaccio (Greenwich)