Francis Ford Coppola aprirà al Teatro Antico domenica 26 giugno la 68ma edizione del Taormina Film Fest, con la proiezione speciale dell’edizione restaurata del suo capolavoro, Il Padrino, che il 21 settembre celebrerà i 50 anni dall’uscita in Italia.
Ci piace accompagnare l’evento con degli approfondimenti su quanto il cinema di Coppola abbia influenzato non solo i colleghi nel corso degli anni, ma anche l’immaginario pop, sospeso com’è tra istanze autoriali e la fabbricazione di icone di grande rilevanza e spessore, destinate a trovare campo anche su media moderni come il fumetto e il videogioco o in romanzi che in pochi conoscono ma rendono ancora più appassionante la saga della famiglia Corleone.
Ad esempio, pochi sanno che la saga de Il Padrino non resta confinata alla pellicola, ma si sviluppa anche lungo una serie di romanzi di successo che hanno fatto seguito al testo originale di Mario Puzo, sulla base del quale sono state realizzate le sceneggiature dei tre celebri film (era prevista, tra l’altro, una Parte IV, con Andy Garcia a raccogliere lo scettro di Al Pacino, ma la morte di Puzo bloccò il progetto).
‘Il ritorno del padrino’, del 2004, è scritto da Mark Winegardner e – elemento curioso – si presenta non solo come seguito de ‘Il Padrino’ di Puzo ma anche del suo altro romanzo, ‘Il Siciliano’, da cui Michael Cimino trasse un film con Cristopher Lambert nel 1987. Oggi diremmo che quelle storie appartengono a un ‘universo condiviso’.
La sua trama include significativi riferimenti alla vita di Michael Corleone precedenti alle vicende de Il padrino. Siamo negli USA nel 1955. Michael Corleone domina nella guerra tra le famiglie di New York, dopo numerosi spargimenti di sangue. Trasferitosi in Nevada vuole ripulire il nome della famiglia ritirandosi dal crimine organizzato per dedicarsi ad attività legali, ma il suo caporegime Nick Geraci non è d’accordo, così come i capi di Chicago e Cleveland, Loiue Russo e Vincent Forlenza, che hanno mire espansionistiche. Se la deve vedere inoltre con altri boss e cospiratori. Si citano molti dei personaggi di Puzo, specialmente Fredo Corleone, Tom Hagen e Johnny Fontane e si approfondisce il ruolo di Michael in qualità di padrino riempiendo anche alcuni ‘buchi’ lasciati scoperti dai film, come ad esempio il suo servizio durante la guerra e i molti segreti nella vita del fratello Federico, lavorando come in un prequel, cosa che del resto faceva anche Il Padrino – Parte II con la giovinezza di Vito Corleone.
Dello stesso autore è ‘La vendetta del padrino’ del 2006. Qui la trama si fa addirittura politica: il giovane Presidente degli Stati Uniti d’America, proveniente dalla famiglia Shea (alias dei Kennedy) e soprattutto il capace e ambizioso Daniel, procuratore generale, hanno dichiarato una guerra senza quartiere a Cosa Nostra. Michael Corleone, alla costante ricerca di legittimazione all’interno dell’organizzazione, è attanagliato da dubbi, rimorsi e paurosi fantasmi: uno di questi è quello di Fredo, l’amato fratello che ha fatto uccidere per vendicare un tradimento, il quale in un’apparizione profetizza la minaccia incombente. Al padrino e a Tom Hagen, suo fidato consigliere, non resta che tornare a combattere.
Anche i videogiochi hanno avuto le loro incarnazioni della saga, la prima delle quali risale al 1991, grossomodo a seguire l’uscita al cinema de Il Padrino – Parte III (1990). A quei tempi il mercato dei videogame non era florido come oggi, e il seguito di cui godeva il media decisamente più di nicchia, per cui i giochi, fatti anche i conti con le limitazioni tecnologiche del tempo, servivano più che altro come elemento aggiuntivo di marketing per fare da cassa di risonanza al film e protrarne il successo nel corso dei mesi.
Questo faceva anche sì che molto spesso, i giochi tratti da film – cosiddetti “su licenza” o anche “spin-off” – fossero anche di qualità scadente, perché erano realizzati con tempi di consegna molto stretti per poter uscire insieme alla pellicola.
Non era però questo il caso: affidato alla U.S. Gold, specialista nel campo delle trasposizioni, il gioco, uscito sulle maggiori piattaforme del periodo (Amiga, Atari ST e MS-DOS), presentava uno stile “sparatutto” a scorrimento orizzontale, con il giocatore intento a sbarazzarsi dei nemici a colpi di pistola, una buona grafica di impatto “pittorico”, temi sonori intriganti e alcune immagini digitalizzate con il volto di Pacino, soffrendo solo un po’ nel comparto dell’animazione. Il giocatore non interpretava nessuno dei personaggi del film ma uno sgherro deciso a introdursi nella famiglia.
L’ultimo quadro diventava invece uno sparatutto in soggettiva, con il mirino, e il compito era quello di abbattere un elicottero mentre si proteggeva Michael Corleone.
Ben più evoluti i giochi usciti nel 2006 e nel 2009 realizzati da Visceral Games e distribuiti da Electronic Arts per PlayStation 2, Microsoft Windows, Xbox, Xbox 360, PlayStation Portable, Wii, PlayStation 3, intitolati semplicemente The Godfather – The Game e The Godfarher II.
Il protagonista del primo gioco – ovvero il personaggio di cui prende il comando il giocatore – è Aldo Trapani, nuovo membro della famiglia, che gradualmente ne diventerà uno dei killer più fedeli per poi assumere il ruolo di caporegime ed infine quello di padrino, seguendo gli eventi più celebri della pellicola. La storia di Aldo si intreccia con quelle degli altri personaggi, tra cui Michael Corleone, Santino Corleone, Tom Hagen, i suoi addestratori Luca Brasi e Peter Clemenza e molti altri, alcuni creati appositamente per il gioco, che ha avuto anche un’edizione speciale chiamata The Don’s Edition.
Il secondo gioco è ambientato invece in tre località diverse: New York, Florida e Cuba.
Il giocatore veste i panni di Dominic, che viene messo a capo di una propria Famiglia nientemeno che da Michael Corleone. In qualità di Don, il giocatore può aumentare l’influenza della propria Famiglia prendendo il controllo dei racket e delle attività commerciali sparse per le tre mappe, combattendo contro altre cinque famiglie rivali.
Da segnalare anche una serie a fumetti, uscita solo in America per i BOOM Studios! – che si sono specializzati proprio su storie tratte da film – intitolata ‘The Godfather Chronicles’ (2006), e incentrata sul personaggio di Vito Corleone e sulla sua battaglia per affermarsi.
L’altro grande progetto pop di Coppola è naturalmente il suo Dracula del 1993, che ha incontrato le prestigiose matite e chine del fumettista Mike Mignola, perfetto con il suo stile spigoloso e ricco di chiaroscuri a rendere le atmosfere della romantica e spaventosa pellicola.
Anche Bram Stoker’s Dracula (questo il titolo completo del film) ha avuto delle trasposizioni videoludiche ufficiali, leggermente differenti a seconda della piattaforma che le ospitava. Uscì infatti su Mega Drive/Genesis, Nintendo Entertainment System, Super NES, Game Boy, Master System, Sega CD, Game Gear, MS-DOS e Amiga, ma dato che ogni computer o console a quei tempi aveva possibilità differenti in termini di grafica e potenza di calcolo, ogni versione può essere considerata un gioco differente.
Le versioni a 8 bit presentano uno stile ‘platform’ simile al celebre Super Mario Bros., dove il giocatore controlla l’eroe Jonathan Harker contro le minacce ordite dal perfido Conte.
Quelle a 16 mantengono una struttura simile, ma con una grafica più colorata e l’intervento del cacciatore di vampiri Abraham Van Helsing ad arricchire il tutto.
Le versioni Sega CD e Amiga presentano una grafica digitalizzata e fotorealistica, pur differendo tra loro per struttura mentre infine la versione MS-DOS cambia totalmente stile di gioco proponendo uno sparatutto in soggettiva alla DOOM, che andava per la maggiore in quel periodo sulla piattaforma in questione. In questa versione si fronteggia Dracula in tutte le sue versioni: anziano e inquietante vegliardo, giovane dandy e infine cavaliere in armature, proprio come nell’incipit del film di Coppola.
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“I due anni del Covid sono stati due anni col freno a mano", dice il general manager di Videobank, cui è affidata la manifestazione, "questa è stata un'edizione di alto livello e di sicuro abbiamo valorizzato il marchio, lasciandolo meglio di come l'abbiamo trovato". Alla scadenza del mandato quinquennale, riflette sul futuro: "Vedremo che condizioni porrà il nuovo bando e decideremo se partecipare"