Francis Ford Coppola: “Sogno un’epopea romana. E dico no alle serie tv”

Il regista ha celebrato al Taormina Fim Fest il 50° anniversario de Il padrino. E dice no alle serie tv e ai remake


TAORMINA – “A Taormina ho trascorso un periodo molto felice. Non sapevano chi fossi, ma mi hanno accolto tutti con grande calore”. Sullo sfondo l’immagine del festival con le pose plastiche di Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, celebrati nel loro centenario, sul palco sua maestà Francis Ford Coppola, il super ospite che ha aperto la 68/a edizione del Taormina Film Fest – diretto per il secondo anno dal trio Alò, De Luca, Pontiggia – con la proiezione della versione restaurata de Il padrino nel cinquantesimo anniversario del film.

In giornata la presenza del regista premio Oscar in città è stata amministrata con attenzione – solo un gruppo molto ristretto di giornalisti ha potuto intervistarlo -, ma in serata il regista si è regalato con generosità al pubblico. Arrivato al Teatro Antico con una golf car, di fronte a un pubblico entusiasta e a un’emozionata Anna Ferzetti, conduttrice della serata di apertura, Coppola ha rievocato quel momento-soglia della sua carriera. “Quando mi presero per fare Il padrino avevo 29 anni e si trattava di un progetto piccolo, i film di gangster all’epoca non avevano molto successo e i produttori avevano ingaggiato un italoamericano come regista perché non sapevano che risultato avrebbero ottenuto e, se il film avesse offeso gli italiani, se la sarebbero presa con lui”.

Felice di raccontare ai siciliani quelle settimane in cui, senza soldi, con due figli piccoli e una terza in arrivo (Sofia) girava quel film “cercando di aggirare le imposizioni dello studio con dei trucchetti”, Coppola ha preso una sedia dall’Orchestra a plettro Città di Taormina – che l’ha accolto con un medley della trilogia del Padrino – e si è accomodato sul palco per prendersi il suo tempo. “Ero un guerriero – ha ricordato – ma ero spaventato, i produttori non volevano Al Pacino e Marlon Brando, ero sempre sul punto di essere licenziato”. Quindi ha celebrato Nino Rota e gli attori italiani del film.

Del nuovo progetto, Megalopolis, ha detto ai cronisti: “Vorrei fare un’epopea romana con la storia di un architetto che vuole ricostruire un’utopica New York City dopo un disastro devastante. Cerco di fare sempre le cose nel mio stile, ma alla fine mi ritrovo sempre a fare film che non so fare”, mentre sull’ipotesi di riprendere il filo del Padrino, la risposta è netta: “Nessuna serie tv e sono anche contrario ai remake dei film in generale, perché distolgono le risorse dal finanziamento di opere nuove”. Il regista, infine, ha manifestato tutta la sua preoccupazione per la situazione politica del suo Paese: “Quanto sta succedendo negli Stati Uniti con la Corte Suprema sull’aborto, è terribile, ma rischiamo che accada anche di peggio, si rischia di perdere anche la democrazia con personaggi come Trump”.

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27 Giugno 2022

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