Franceschini sulle quote tv

"Col tempo sono convinto che le resistenze saranno superate e si capirà che con questa scelta si valorizza il cinema italiano", ha affermato il ministro nel corso del Question Time alla Camera


“Il decreto che ha fatto più discutere comprensibilmente è quello con cui si rafforza l’obbligo delle televisioni di investire nel cinema italiano o di trasmetterlo. Le norme c’erano già. Per questo non ho capito la reazione di coloro che dicono: ‘lo Stato interviene nella programmazione’. Col tempo sono convinto che le resistenze saranno superate e si capirà che con questa scelta si valorizza la creatività e il cinema italiano”. Lo ha affermato il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati rispondendo ad un’interrogazioni sull’efficacia del nuovo assetto normativo del cinema e dell’audiovisivo. Le norme, ha spiegato Franceschini, “c’erano già e si prevedeva il 50% di opere europee. Ma non c’erano né sanzioni né regole legate agli orari di trasmissioni che garantissero l’effettiva trasmissione del cinema italiano in televisione. Abbiamo rafforzato gli obblighi di investimento – ha ricordato Franceschini – e abbiamo previsto degli obblighi molto ragionevoli ispirati al modello francese di trasmissione nel prime time: le televisioni private avranno l’obbligo di trasmettere per due ore alla settimana opere italiane e la televisione pubblica ne avrà il doppio, quindi 4 ore, in cui trasmettere due ore di cinema italiano e due ore di opere italiane”. Quanto agli altri due decreti legislativi relativi alla tutela delle professionalità del settore e all’abolizione della censura, il ministro ha aggiunto: “Il decreto sul lavoro riguarda la definizione delle nuove professioni e anche alcune figure particolari di apprendistato. Il decreto sulla tutela dei minori si basa sul principio di responsabilizzazione delle famiglie andando incontro alle richieste che sono state fatte da diverse associazioni e anche dagli operatori del settore cinematografico”. Franceschini ha evidenziato che “viene definitivamente abolita la censura e si introduce un meccanismo più flessibile riguardo alla tutela dei minori”. Viene introdotta “una fascia in cui sarà indicato il film non adatto ai minori di sei anni, verrà mantenuto il divieto dei 18 e dei 14 anni ma con la possibilità per i genitori di accompagnare i figli a vedere un film vietato nella fascia dai 16 ai 18 anni e da 12 a 14 anni”. 

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29 Novembre 2017

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