LECCE. Un nuovo progetto per l’attrice Francesca Neri, protagonista dell’omaggio che le dedica il Festival del cinema europeo con una rassegna dei suoi film, dall’esordio nel lungometraggio di Giuseppe Piccioni Il grande Blek (1987) a Una sconfinata giovinezza di Pupi Avati (2010). Sarà l’interprete, insieme a Noel Clarke, del thriller The Habit of Beauty, esordio alla regia del documentarista Mirko Pincelli che firma la sceneggiatura con Enrico Tessarin. Il film che s’annuncia come una produzione inglese, verrà in parte girato a Firenze ed è probabile che vi sia anche una partecipazione italiana. Picelli, che vive in Inghilterra, è anche autore di web-series, short e video musicali.
“Sono invece ferma come produttrice dopo le esperienze maturate in tempi difficili con Melissa P. di Luca Guadagnino e Riprendimi di Anna Negri – afferma la Neri che 14 anni fa inaugurò la prima edizione del Festival di Lecce – Non escludo di riprovarci, ho infatti un ultimo progetto che ho più volte rimandato”.
Ricorda con affetto due registi che hanno determinato la sua carriera: Bigas Luna, recentemente scomparso e Massimo Troisi: “Bigas mi ha dato tutto, grazie a lui ho iniziato a pieno ritmo; con Massimo ho sperimentato per la prima volta la commedia. Bigas era molto meno regista e più artista, capace di far esistere l’attore per quello che è, di coglierne la parte più recondita”. L’attrice racconta che non è stato semplice interpretare un film ‘scabroso’, ma bellissimo come Le età di Lulù: “Per entrare in quella storia ho dovuto fidarmi di Bigas, ma la sua natura zen, positiva e serena mi ha permesso di superare le difficoltà”. Non è stato invece facile il rapporto con Pedro Almodòvar che le ha aperto la strada per l’America. “Con lui non puoi risparmiarti, è un regista più invasivo”.
Tra le esperienze internazionali avute preferisce quella spagnola all’americana con Anthony Hopkins e Arnold Schwarzenegger. “E’ stato un rapporto non consumato. Certo si è presentata come un’occasione unica nella vita, ma non me la sono sentita di continuarla rimanendo in Usa, avevo avuto da poco mio figlio. Ne è valsa la pena provare per capire che cosa non fare”.
Poche le apparizioni nella fiction televisiva. “Non mi vedo impegnata in una serie tv, non le amo, e del resto preferisco il cinema visto in sala, solo così mi emoziona”.
Quanto agli autori italiani, apprezza Paolo Sorrentino e Matteo Garrone perché il loro cinema ha un respiro internazionale. Un regista italiano con il quale volentieri lavorerebbe? Senza esitazione risponde Pippo Delbono.
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