VENEZIA – Il cinema italiano onorato dalla 78ma Mostra del Cinema di Venezia con tre riconoscimenti, assegnati dalla Giuria del Concorso, ovvero Bong Joon Ho – presidente, Saverio Costanzo, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon, Alexander Nanau, Chloé Zhao: Michelangelo Frammartino con Il buco (leggi articolo dedicato al film) vince il Premio Speciale della Giuria; mentre Paolo Sorrentino, con il suo È stata la mano di Dio (leggi articolo dedicato al film), fa doppietta e porta a casa il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria e il Premio Marcello Mastroianni, dedicato ad un giovane interprete emergente, andato a Filippo Scotti.
“Il cinema italiano è in ottima salute – commenta il ministro Dario Franceschini – Grazie al presidente Cicutto e al direttore Barbera per questa edizione di grande successo che per il secondo anno consecutivo ha dimostrato al mondo che si può fare cultura in sicurezza. I cinque film italiani in Concorso e la numerosa presenza nelle altre sezioni, dai grandi maestri ai nuovi talenti, i premi a Paolo Sorrentino, Michelangelo Frammartino, Filippo Scotti confermano che bisogna continuare a investire con forza sull’industria cinematografica, così come sta facendo il governo”.
Frammartino, subito dal palco della cerimonia di chiusura, ringrazia, tra gli altri “la speleologia italiana che si prende cura del buio e di tutto ciò che non ha ancora forma. Ringrazio la Calabria, la Regione più bella d’Italia”. Subito dopo, Frammartino continua dicendo: “Ciascun film è faticoso, ma questo film aveva una sfida fisica: a volte avevamo bisogno di dieci ore per scendere. E’ un film concepito prima di questi due anni così complicati: un certo lavoro di sottrazione, anche della parola, io provo a condurlo da un po’ di tempo, il mio è un cinema di esplorazione. Spero possa essere un’esperienza immersiva quando uscirà nelle sale”.
“Il buco ci ha commosso tutti tanto, ci ha impressionato. Un’esperienza da fare nei cinema, una splendida meditazione sulla vita, sul rapporto natura e mortalità. Ho perso di recente mia nonna e guardare questo film è stata un’esperienza trascendente. È stata una reazione fisica quella a questo film, ciascuno di noi ha provato delle sensazioni nelle viscere guardandolo”, commenta la giurata Chloé Zhao.
Per Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema: “Il buco di Michelangelo Frammartino mostra immagini mai viste, racconta qualcosa di altro, di lontano da tutto. Un’opera che si spinge oltre i limiti geografici e della luce, trasportandoci dentro l’esperienza estrema di questa avventura accaduta più di 60 anni fa. Le nostre congratulazioni al regista per il coraggio che dimostra nello sperimentare un cinema puro ed essenziale che riesce a conquistare l’attenzione e la visibilità internazionale. Rai Cinema è con lui sin dal suo esordio, certa dell’importanza di sostenere e rafforzare una delle nostre linee editoriali principali rivolte alla contemporaneità e alla ricerca”.
Poi, Paolo Sorrentino – in Concorso alla Mostra con il suo film più intimo e autobiografico – accoglie il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, vibrando di palese commozione, sul palco della Sala Grande, ma non mancando d’ironia: “Con questo premio, posso rispondere anche a chi mi chiede perché faccio ‘ancora un altro film con Toni Servillo’: guarda dove sono arrivato facendo i film con Servillo!”. Sorrentino poi si trattiene qualche altro istante parlando di due scene assenti nel film, una ricorda Maradona, e “l’altra il funerale dei miei genitori, quando il preside della mia scuola mandò in rappresentanza solo… quattro compagni: la cosa oggi non ha più importanza, perché oggi è venuta tutta la classe!”. Subito dopo la premiazione ufficiale, il regista di È stato la mano di Dio, ha continuato: “Ho capito adesso, dopo tanti anni in cui mi schermivo, che il cinema è l’unico momento in cui sono a mio agio nel mondo, tra quando dico ‘azione’ e quando dico ‘stop’. Cosa mi abbia dato il film è una sensazione a rilascio lento, lo saprò meglio dire tra qualche mese. Non è liberatorio né terapeutico, ma ne sto parlando così tanto con voi dei miei dolori che pian piano sto scivolando in una discreta felicità. Ho scoperto una semplicità, che molti chiamano maturità: è fisiologico capire col tempo che ci sono cose non necessarie e sì, forse col tempo, farò probabilmente film più semplici”.
L’orgoglio di Sorrentino è anche rivolto a Filippo Scotti, giovane protagonista della sua opera, a cui è stato riconosciuto il Premio Marcello Mastroianni per il talento emergente: “Sono onorato, un po’ come quando Paolo mi ha preso per fare il film. È bellissimo e anche un po’ pesante (fisicamente, ndr) questo premio! È meraviglioso”, le prime parole sul palco. Poi, Scotti ha aggiunto: “Faccio fatica a credere di aver fatto questo film con Paolo, ancor di più adesso condividere anche un premio con lui. Non credo che il mio vocabolario possa descrivere le emozioni, ma grazie grazie, grazie”.
Inoltre, l’Italia è un po’ presente anche nel Premio Miglior Sceneggiatura, andato a Maggie Gyllenhaal, regista di The Lost Daughter (leggi articolo dedicato al film), tratto dall’opera di Elena Ferrante.
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