Trent’anni, genovese, attore, autore e regista teatrale allo Stabile della sua città, un paio di ruoli in Colpo d’occhio di Rubini e Parlami d’amore di Silvio Muccino, attualmente sul set di “Distretto di polizia 9”, Flavio Parenti apparirà alla Mostra di Venezia in ben tre film: Io sono l’amore di Luca Guadagnino, Tris di donne & abiti nuziali di Vincenzo Terracciano (entrambi in Orizzonti) e Le ombre rosse di Francesco Maselli (in Cinema del presente).
Nel film di Luca Guadagnino Io sono l’amore è Edoardo Recchi, il figlio della protagonista Emma (Tilda Swinton), una signora altoborghese milanese la quale fa crollare equilibri e legami in famiglia quando si innamora di Antonio, un giovane cuoco (Edoardo Gabriellini) a cui il giovane industriale sta per finanziare l’apertura di un ristorante. “Sono un capitalista romantico che conosce i nomi di chi lavora nella grande azienda di famiglia e vorrebbe tenere alta la tradizione del nonno ma viene tradito anche dal padre Tancredi (Pippo Delbono) e dal fratello Gianluca (Mattia Zaccaro), sciacalli che vogliono vendere tutto ad una multinazionale, mentre mantiene un rapporto confidenziale solo con sua sorella Elisabetta (Alba Rohrwacher) e con la balia (Maria Paiato)”, spiega Parenti.
“Nel film di Terracciano”, prosegue, “sono invece Fabrizio, il giovane promesso sposo di Luisa (Antonella Rea) che vive di rimando tutti i problemi causati dal futuro suocero Franco (Sergio Castellitto), un impiegato napoletano cinquantenne sposato alla tedesca Josephine (Martina Gedeck) e posseduto dal demone dei gioco che lo porta dai tavoli verdi a scommettere al lotto, alla tris, dai cavalli alla roulette, a zecchinetta, nei luoghi più oscuri di Napoli”.
Le ombre rosse di Maselli prende il via invece dall’intervento di un ideologo di fama internazionale Sergio Siniscalchi (Roberto Herlitzka), che, durante una conferenza tenuta all’interno di un centro sociale lancia una proposta eversiva che scatenerà l’attenzione dei media concentrando interessi e appetiti sul centro sociale. Il fermento vitale che aveva tanto colpito l’intellettuale verrà presto stravolto e dividerà e farà scontrare le tante diverse anime della sinistra…
“Qui interpreto il portavoce del protagonista, un giovane sveglio che scopre quella realtà piuttosto eversiva ma rimane ancorato alle regole, anche quando nasce un’attrazione con Margherita (Valentina Carnelutti), una giovane donna dalla forte personalità che gestisce e fa sopravvivere quello strano luogo di cui anche lui subisce il fascino”.
C’e un nesso fra le tre opere? “Credo sia nella necessità sociale di autori diversi di raccontare una realtà in trasformazione: la grande borghesia industriale che crolla; la piccola borghesia colpita dalla follia del gioco d’azzardo che crea uno squilibrio gigantesco negli equilibri familiari; l’intellettualità rossa che mostra la sua inefficacia e la sua completa incapacità di cambiare il mondo. Pur essendo molto diversi tra loro i tre personaggi che interpreto hanno in comune, con occhi differenti, lo stupore e la perdita dell’innocenza, sono tutti dei romantici di fronte a una società che cambia e non è rappresentata nel loro immaginario, fino a quando il mondo non irrompe dentro di loro e inevitabilmente li trasforma”, spiega l’attore che, in attesa di mettere in scena l’inedito “Mida o lo schermo nero” di Durrenmatt nelle pause dei suoi impegni sta finendo di dirigere Sogno farfalle quantiche, un film in digitale sperimentale a metà strada tra cinema e teatro con le immagini che si trasformano e si scompongono nei ricordi del protagonista.
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