Filosofia, nichilismo e risate con Woody, Joaquin ed Emma

In uscita il 16 dicembre il nuovo film di Allen, Irrational Man, che mette a confronto Joaquin Phoenix ed Emma Stone sul tema del nichilismo


CANNES – “Non c’è una risposta positiva alla triste realtà della vita, checché ne dicano preti e psicanalisti. Presto o tardi ci si ritrova tutti in una posizione sgradevole. L’unico modo di affrontare la vita è distrarsi, e per me fare film è una fantastica distrazione”. È un nichilismo sublimato nell’umorismo quello che Woody Allen ha espresso, di nuovo, in Irrational Man, il film che ha portato a Cannes fuori concorso mescolando commedia, filosofia, thriller e sentimento, con una spruzzata di Match Point e una di Crimini e misfatti, e rendendo omaggio, sul finale, a Dino Risi.

Accolto dalla stampa con un bell’applauso convinto, Irrational Man mette a confronto Joaquin Phoenix ed Emma Stone. Il primo è un professore di filosofia carismatico ma affezionato alla bottiglia, coltissimo ma decadente e afflitto dal male di vivere. Si chiama Abe Lucas e attira con le sue lezioni sulla strategia etica l’attenzione di Jill (Stone), la sua studentessa più brillante e attraente, e della collega Rita (Parker Posey). Sono entrambe affascinate dal suo dolore, che sperano di poter lenire, ma non sortiscono nessun effetto finché Abe non origlia casualmente una conversazione di estranei che lo spinge all’azione, per fare qualcosa che dia finalmente un senso alla sua vita. La sua azione, però, stride con i principi della morale, lo rende un Irrational Man e lo mette a confronto con la banalità del male.

“Tutti i più grandi pensatori sono d’accordo sul fatto che la realtà sia troppo dura da sopportare – ha spiegato ironico Allen in conferenza stampa, dove era accompagnato “solo” da Emma Stone e Parker Posey – perciò bisogna distrarsi per non pensare alla morte, all’età, alla decadenza del corpo”. Interrogato sul suo progetto, annunciato tempo fa in pompa magna, della serie tv commissionata da Amazon, Allen ha risposto ridendo “non avrei dovuto lanciarmi in questa cosa. Già fare un film è difficile, fare sei puntate di mezz’ora è una vera impresa e non sono bravo in questo. Spero di non deludere Amazon e causare una vergogna cosmica quando uscirà”. E anche il cinema, quando è prodotto da lui, sembra imbarazzarlo: “Non rivedo mai i film che faccio perché finisco per notare solo i difetti, le cose che avrei potuto fare meglio. Se potessi rifarei tutti i miei film”.

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15 Maggio 2015

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