‘FII – Lo stupore del mondo’, Alessandro Rak: “L’incredibile vita di Federico II in un fiume di parole e immagini”

Dedicato agli 800 anni della fondazione dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, il corto presentato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia racconta in un brillante mix di 3D e 2D la storia dell'imperatore del Sacro Romano Impero e la sua battaglia per il libero pensiero


VENEZIA – Commissionato dall’Università degli Studi Federico II di Napoli per gli 800 anni dalla sua fondazione, FII – Lo stupore del mondo è un corto che riassume l’amore di Alessandro Rak per l’animazione. Con un ritmo incessante, dettato da un voice over in rima che in soli sei minuti riassume l’intera vita dell’imperatore del Sacro Romano Impero, il corto unisce tecnica 3D e 2D per fotografare l’essenza di Federico II, il suo conflitto col papato e la lotta per il libero pensiero. I simboli permessi dalla tecnica animata, che a volo d’uccello attraversa le vicende storiche dell’imperatore, si accumulano in un brillante gioco di colori e forme sempre diverse, capaci di raccontare in pochi passaggi alcuni momenti epocali. FII – Lo stupore del mondo è prodotto da Mad Entertainment, factory creativa napoletana, già produttrice delle precedenti opere di Rak, ed è stata presentata in anteprima nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2024.  Dopo i pluripremiati L’arte della felicità, Gatta cenerentolaYaya e Lennie – The Walking LibertyRak è ora all’opera su Il piccolo principe di Shangri-La, annunciato nel 2024 al Cartoon Movie di Bordeaux.

Come ti sei approcciato alla figura di Federico II?

Da ignorante. Però, chiaramente, ho anche il complesso culturale, nel senso che non sono mai stato un bravo studente. Sono stato iscritto all’università, ma l’ho fatto più che altro per sfuggire al servizio militare. L’idea è stata quella di guardare da tutti i punti di vista il personaggio, quindi di sbirciare tutte le fonti possibili. Però il tempo per realizzare un cortometraggio è sempre limitato, quindi bisogna calibrare la quantità di informazioni che puoi raccogliere con quella che poi puoi effettivamente elaborare. Ne è venuta fuori una specie di fiumana di parole che ho trasformato in qualcosa di più cinematografico, con una cadenza ritmica e in rima.

E infatti colpisce molto il ritmo di questo corto

Sì, perché quella di Federico II è stata una vita breve, ma in quella vita breve sono morti cinque papi. Il papa che appare nel cortometraggio rappresenta il papato in sé, non un papa specifico. È stato capace di produrre una quantità enorme di cose, quindi per me è stato importante riportare un fiume di parole e condensarlo in pochi minuti, cercando di avere una proporzione tra quello che è riuscito a fare nei suoi 50 anni e quello che sono riuscito a fare in questi sei minuti.

Parlarci dello stile e del tipo di animazione che hai deciso di utilizzare

Quando preparo una sceneggiatura, mi informo sempre e cerco subito segni che abbiano senso rispetto al testo. I segni sono un gioco sui simboli e sull’iconografia medievale per richiamare sensazioni visive specifiche. La scelta è stata di usare sia 3D che 2D. Il 3D è stato utile per i movimenti macchina o giochi con l’altezza dei personaggi, mentre il 2D per una resa visiva che richiamasse l’iconografia medievale. Lorena Purgante ha contribuito con disegni nello stile medievale e Antonia Emanuela Angrisani ha lavorato su alcune animazioni. Marco Sica ha composto la colonna sonora, partendo da una traccia vocale che ho registrato io per ottenere la struttura e il timing del cortometraggio.

Come sta cambiando il tuo stile come animatore?

Quando facevo fumetti, ero in difficoltà con il concetto di stile, perché mi annoiava e non volevo fossilizzarmi. Ora, per dirigere i miei film, devo costruire uno stile che risulti coerente anche quando passa per le mani di altre persone. L’animazione mi emoziona perché anima, muove, ciò che hai realizzato: lo rende vivo! Mi affascina molto di più.

Ti rivedremo mai di nuovo all’opera con i fumetti?

Non lo so. Il fumetto ha un rapporto più con l’illustrazione e la libertà totale. Anche se potrebbe essere interessante, trovare il tempo per fare entrambe le cose è difficile. Lo storyboard nei lungometraggi è simile al fumetto e offre una certa soddisfazione perché comincia a diventare narrazione vera e propria.

Come giudichi lo stato di salute dell’animazione in Italia?

In Italia ci sono meno soldi per la cultura e noto una mentalità pragmatica che privilegia sempre di più il mercato, il denaro. L’animazione, essendo meno considerata rispetto al cinema live, ne subisce le conseguenze. Anche se il pubblico sta cominciando a comprendere che l’animazione può offrire contenuti diversi dai soliti, c’è ancora una certa esterofilia. I prodotti di animazione italiani spesso sono meno noti rispetto a quelli giapponesi o americani.

Puoi anticiparci qualcosa del tuo prossimo film, Il piccolo principe di Shangri-La?

“Shangri-La” è un nome mutuato da leggende orientali, rappresenta una terra mistica dove si sviluppano arti sofisticate della mente. Il “piccolo principe di Shangri-La” ha un richiamo alla figura del Buddha e rappresenta una ricerca spirituale, declinata per un pubblico giovane. È un’esplorazione della spiritualità in un periodo in cui le religioni occidentali sembrano perdere colpi.

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05 Settembre 2024

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