Sulle spalle portano il peso di nomi importanti: l’una è la figlia del regista Louis Malle, due Leoni d’Oro; l’altra è la figlia del regista Philippe Garrel, due Leoni d’Argento. Justine Malle firma la sua prima regia, Jeunesse, un intenso film drammatico e autobiografico in concorso ad Alice nella città , di cui è protagonista la giovane Esther Garrel.
Juliette, la figlia di una famosa attrice e di un regista rinomato, è una ventenne, tormentata e piena di dubbi su se stessa e sul futuro. Suo padre, che lei ama moltissimo, riesce a darle quel po’ di sicurezza di cui ha bisogno. Con lui può comunicare i suoi problemi e sentimenti, ma anche rivendicare le proprie scelte. Fino a quando si ammala. Da quel momento fino al giorno della sua morte, trascorrono le quattro stagioni. Un anno durante il quale Juliette, nel suo percorso di rifiuto del dolore, si lascia alle spalle l’infanzia e l’adolescenza.
“Ero stanca di girare cortometraggi e volevo cimentarmi con un lungometraggio – racconta la regista – Come spesso accade un’opera prima ha una parte autobiografica molto forte, ed io avevo una storia che per me rappresentava un momento particolare e significativo della mia vita. Ho deciso così di raccontare come sono andate le cose, dopo aver scritto tante versioni diverse della storia”.
Il padre, Louis Malle, morì nel 1995 di una malattia degenerativa quando Justine aveva vent’anni. La sua malattia è durata un anno, durante il quale l’ha visto solo poche volte, occupata com’era tra i suoi studi e la passione per il giovane uomo che sarebbe poi diventato suo marito. “Questa coincidenza tra malattia, decadenza da un lato e la rivelazione dell’amore e del desiderio dall’altra costituisce il soggetto del mio film”.
Per Esther Garrel è stato facile calarsi nel ruolo di Juliette perché l’età è la medesima, vent’anni. “La protagonista si confronta con desideri che ho conosciuto, ho dovuto solo ricreare sensazioni che avevo già provato, in più mi sembrava di assomigliare fisicamente all’attrice che interpreta mia madre, c’è stata una piena immedesimazione, mi sentivo in una famiglia vera”.
E il fatto di portare nel mondo del cinema un cognome importante? Molto faticoso per l’attrice. “Da una parte c’è la curiosità del pubblico nei tuoi confronti, ma il giudizio sulla performance è sempre più duro ed esigente. Tutti si chiedono se sarai all’altezza della situazione ed è una caccia continua all’errore. E poi a pochi piacciono le ‘dinastie’ del cinema”.
Per Justine Malle invece ‘essere figlia di’ rende tutto più facile “Mia madre è un’attrice e comprendo così alcune dinamiche che sfuggono ad altri. Conosco molta gente del cinema e confesso che gli ammiratori di mio padre sono ben disposti nei miei confronti”.
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