‘Ferine’, sul set dell’horror italiano che guarda al mondo

CinecittàNews alla scoperta del film di Andrea Corsini con Carolyn Bracken, Caroline Goodall e Paola Lavini, prodotto da EDI. Con le musiche di Pino Donaggio


Caroline Goodall, la biondissima interprete inglese tra le preferite da Steven Spielberg, da Schindler’s List aThe Fabelmans, passeggia sul prato con Carolyn Bracken, la star irlandese di Oddity, fenomeno horror del momento.

Sotto un cielo grigio al punto giusto, appena varcato il cancello di Villa De Maistre a Borgo Cornalese, nei pressi di Torino, la prima immagine che ci appare davanti agli occhi sul set di Ferine ci regala immediatamente un sapore internazionale, che non assomiglia affatto a quello di un’opera prima. Le riprese del film d’esordio di Andrea Corsini, iniziate il 10 settembre, vedono qui i loro ultimi ciak dopo una decina di giorni girati a Villa Gontero, edificio in puro stile brutalista anni ’70 che si trova a Cumiana; e un paio di settimane, sempre in Piemonte – tra Torino, Stupinigi e Villastellone – e in Lombardia.

Prodotto da Francesco Grisi e Giorgia Priolo per EDI – Effetti Digitali Italiani, Ferine – il cui titolo internazionale è Beasts of Prey – sviluppa il cortometraggio omonimo che il regista presentò nel 2019 alla sic@sic della Settimana Internazionale della Critica di Venezia, ed è già selezionato al Cannes Frontières Co-production Market.

Sul set le bocche restano cucite, con gli interpellati che si guardano bene dal far trapelare alcunché sul film. L’unica cosa certa, stando al comunicato di inizio riprese, è che Ferine è “una storia complessa ed emozionante sull’infinita lotta tra la parte razionale e la parte animale della natura umana, una tragedia moderna dai toni del noir diurno in cui emergono gli elementi dell’horror psicologico”. Oltre alle poche righe della sinossi ufficiale:

“Un tragico evento sconvolge la vita di una ricca collezionista d’arte, risvegliando in lei una natura primordiale che la porterà a distruggere la sua vita privilegiata e a costruire una nuova idea di famiglia”.

Caroline Goodall e Elisabetta Caccamo sul set di ‘Ferine’ (Villa De Maistre)

 

Un cast internazionale quasi tutto femminile. Di ogni età.

“Siamo molto fortunati ad avere queste attrici fantastiche, perché non è un film semplice”, ammette la produttrice del film, Giorgia Priolo: “c’è un dramma psicologico che ha anche dei forti elementi di genere, e in più abbiamo deciso di girarlo in inglese, per dargli un’apertura più internazionale… I nostri bravissimi casting directors ci hanno portato Caroline Goodall, che tutti conoscono, per il ruolo di Dama, poi abbiamo scoperto che lei vive anche in Italia. Carolyn Bracken invece, è irlandese: l’avevamo scelta per il personaggio principale, Irene, dopo averla vista in You are not my mother, e la sua performance ci aveva già molto impressionato; poi nel frattempo lei aveva girato Oddity, che è diventato un piccolo cult horror. Poi c’è Paola Lavini: per il ruolo di Rosa cercavamo una brava attrice italiana che fosse in grado di recitare anche in inglese, perché il film si svolge in Italia con due protagoniste straniere, e si parla per la maggior parte inglese. Non era un ruolo semplice e siamo contentissimi, perché si è rivelata fantastica, e soprattutto è un’attrice Italiana che funziona benissimo in un film internazionale”.

“Per il ruolo della bambina, con l’aiuto dei coach, avevamo convocato più di ottanta bambine da tutto il Piemonte, ma non bambine che lavorassero in pubblicità, già formate e ‘rigide’, perché il personaggio di Giulia prevede una vitalità e una parte naturalmente ‘selvaggia’”, racconta il regista Andrea Corsini. “Quindi dopo una scrematura sono rimaste in trenta bimbe, poi quindici in una stanza, dove ce n’era una sola che invece di giocare e urlare, era concentrata ad aspettare di rispondere alle domande. Da script Giulia doveva avere 5 anni, ma alla fine la combinazione perfetta è risultata lei, Elisabetta Caccamo, un poco più grande, ma un vero talento, incredibile”.

Carolyn Bracken sul set di ‘Ferine’

 

Carolyn Bracken: da Oddity a Ferine, all’insegna della trasformazione

“Quando ho ricevuto la sceneggiatura da Andrea (Corsini, ndr), ho notato subito l’assonanza tra i ruoli che ho interpretato in passato e quello di Irene: tutti ruoli femminili molto complessi, che vanno incontro a una profonda trasformazione…”, ci racconta timidamente Bracken (Oddity, You are not my mother, The Quiet Girl, The Lodgers). “Io trovo il mio ruolo molto affascinante”.

Caroline Goodall: tre donne e tre ‘prigioni’ da cui liberarsi

“Irene, Dama e Rosa sono tutte e tre donne forti”, ci spiega Goodall (Schindler’s List, The Fabelmans, Hook): “sono diverse, tutte e tre sole, ma ognuna di loro cerca di uscire dalla sua personale prigione e trovare un qualche tipo di libertà, esterna al suo essere ‘soltanto’ donna e anche esterna all’ambiente dove si trova… E ci provano tutte e tre in modi molto differenti, con diversi gradi di successo”.

Paola Lavini: tre donne alla ricerca di un modo di amare

“Sì, ognuna di noi ha una sua solitudine che cerca di attraversare con il proprio modo – che qui non possiamo rivelare – però tutte e tre cerchiamo anche un modo di ‘amare’ un po’ strano”, afferma Lavini (Volevo nascondermi, Anime nere). Stiamo cercando di trovare tutte le sfaccettature possibili dei tre personaggi, delle loro tre solitudini, perché trovino insieme un modo per sopravvivere”.

Andrea Corsini sul set di ‘Ferine’

 

Un “horror diurno” che non si nasconde dal genere

“Negli ultimi anni bisogna stare attenti a dire la parola ‘horror’ in Italia, perché si finisce in un calderone di pregiudizi: o sei un b-movie o sei uno splatter”, chiarisce il regista Andrea Corsini in una breve pausa dalle riprese. “Mentre il mondo intorno a noi con gli horror vince gli Oscar. Nel momento in cui dobbiamo dare una definizione al genere, è perché ci sentiamo in dovere di giustificare qualcosa. Ma l’horror è un linguaggio in continua evoluzione: si è partiti dai monster movie, si è arrivati al paranormale, e negli ultimi anni l’horror si è sviluppato in una dimensione in cui si mescola molto con gli elementi drammatici, non diventa solo un genere che esprime le paure profonde, ma le espone. Ad esempio una delle cose che sto portando dentro questo film, che mi affascina da sempre, è l’horror diurno, che non si nasconde nell’ombra, che non gioca con i riferimenti classici di un genere che per un determinato periodo l’ha reso grande. Quindi per me si può dire ad alta voce horror: se dobbiamo definirlo invece con le nuove definizioni di oggi, va bene anche ‘dramma psicologico’, ma a me sta benissimo dire il genere a cui appartiene: un horror contemporaneo”.

Paola Lavini sul set di ‘Ferine’ (Villa Montero)

 

Il ruolo fondamentale delle location

“Stavo cercando un luogo isolato dagli ambienti urbani, che in qualche modo incorporasse alcune tematiche del background del personaggio di Irene (Carolyn Backer), che è quello di essere figlia di una famosa e facoltosa collezionista d’arte”, racconta il regista. “È un personaggio estremamente isolato, che dentro di sé ha un vuoto molto forte, rappresentato bene dagli spazi minimali. Ho trovato una foto ‘reference’ di una villa nell’ album di un fotografo e l’ho indicata come esempio per le prime esplorazioni di location, non sapevo nemmeno se si trovasse in Italia: con quella hanno trovato molte ville interessanti, ma non arrivavano mai a quel livello. Quindi un giorno sono andato a una conferenza del fotografo che aveva firmato lo scatto, e ho scoperto una cosa incredibile: che quella villa si chiamava Villa Montero ed era in Piemonte, quando già sapevamo che avremmo girato proprio in Piemonte! È una location perfetta, e oltre che con il personaggio, dialoga perfettamente con il linguaggio del film, orientato a una certa relazione ‘geometrica’ tra personaggio e macchina da presa. Quando abbiamo iniziato a esplorare la villa brutalista con Fabrizio La Palombara (dop di Private e Another End), ogni suo angolo ci dava un’idea che combaciava perfettamente con lo script. Villa De Maistre, invece, è il contenitore perfetto dell’esplosività del personaggio di Dama” (Caroline Goodall): c’è dentro tutto di lei. Una delle cose incredibili di questa location è che in sceneggiatura c’era un basement – e qui ce n’è uno dell’anno 1200 – e soprattutto c’erano delle gabbie nel retro della villa, dove il personaggio tiene ‘gli animali’. E anche qui, nel retro, abbiamo trovato due gabbie che venivano usate per i cani da caccia, che noi abbiamo riadattato a livello visivo. Eravamo nel posto giusto”, chiosa soddisfatto il regista.

 

Pino Donaggio, quel sogno che si è avverato guardando i film di Brian De Palma

“L’incontro con Pino Donaggio (colonne sonore di Carrie lo sguardo di Satana, Vestito per Uccidere, Blow Out, Omicidio a luci rosse… e tanti altri) è stata una cosa che mi sono costruito ancora prima di pensare di riuscire a fare questo film, perché vedevo da sempre i film di Brian De Palma… “, ci svela ancora Corsini. “Poi un anno a Venezia conobbi una persona che aveva lavorato con un’altra persona che a sua volta aveva lavorato con un’altra che aveva lavorato con Donaggio, che a sua volta e vive e lavora a Venezia, da sempre. Quindi tre anni fa gli ho mandato il mio corto con la sceneggiatura, e poco tempo dopo abbiamo avuto una lunga chiamata su Skype. Poi da lì siamo sempre stati in contatto, io lo tenevo sempre aggiornato sul progetto, ogni volta che ripartiva… Quando poi abbiamo capito che ripartiva davvero, sono andato a trovarlo nella sua casa-studio veneziana, dove sono passati un po’ tutti i miei registi di riferimento. Mi ha fatto fare il tour di tutte le locandine dei film che ha fatto, con De Palma, Romero e tutti i grandi con cui ha lavorato, chiamandoli per nome e raccontandomi aneddoti su aneddoti… Ma la cosa incredibile è che io nel frattempo gli avevo mandato la nuova sceneggiatura con solo qualche mia suggestione, e lui invece aveva già preparato e musicato dei blocchi con già due o tre proposte di tema musicale e io… sono praticamente esploso dalla gioia: aveva praticamente già costruito la melodia del tema di base di Irene, una roba pazzesca! Poi mi ha portato nel ristorantino sotto casa, con il suo tavolo nell’angolo dove va a cena con De Palma… Io lo aggiorno sempre dal set, ogni tanto ci scriviamo, appena avremo la prima linea di montaggio inizieremo il lavoro!”

 

EDI, da leader dei VFX nel cinema a produttore internazionale

“La nostra strategia nel fare questo film, e quelli che seguiranno, è trovare registi come Andrea (Corsini, ndr), che partono da una storia che sia forte, che siano intelligenti e flessibili nel capire qual’è il plusvalore che possiamo portare noi con gli effetti visivi, e che siano anche in grado di ‘surfare’ su una sottilissima linea, che sta tra il non usare il budget inutilmente e ottenere il massimo risultato”. Francesco Grisi, CEO di EDI, da oltre vent’anni riferimento internazionale per gli effetti visivi nel cinema (Emmy Awards 2024 per la serie Netflix Ripley), non ha dubbi quando parla del primo film che vede la sua società in veste di produttore principale. “Su queste basi, da imprenditore, ho scelto Giorgia Priolo, grande conoscitrice del cinema con enorme esperienza, che è la vera produttrice del film. Con lei abbiamo messo insieme dei talenti incredibili, che ci stanno regalando emozioni molto belle. Il nostro obiettivo è fare film che abbiano anche un ampio respiro internazionale, lavorando su tutta la linea – aggiunge Grisi – dall’alta qualità degli effetti alle location meravigliose, per fare il prodotto migliore”.

Andrea Corsini, Carolyn Braken e Elisabetta Caccamo sul set di ‘Ferine’

 

La giusta dose di VFX, una grande ‘creatura’ in Full CGI e la scelta di film in cui EDI sia un grande valore aggiunto

“Creatura è un termine tecnico in questo caso, rischia di essere un po’ ambiguo… Quello che possiamo dire è che in scena ci sarà un animale, un ‘grande felino’ fuggito dalla cattività”. Sono le pochissime parole che riusciamo a estorcere a regista e produttori su quella che è stata annunciata da tempo come una delle grandi sorprese del film, creata e animata da zero in computergrafica 3D, grazie all’esperienza trentennale di EDI.

“Ho conosciuto Andrea quando portava questo progetto al Milano Film Network, poi il corto è passato alla sic@sic di Venezia, poi c’è stata la volontà di sviluppare il lungometraggio”, racconta Priolo. Ma questo è un film che noi non consideriamo ‘un film di vfx’, a differenza di altri progetti che stiamo sviluppando che nascono proprio in origine dalla loro presenza predominante. Ferine è un film di genere, e in quanto tale prevede in molta parte effetti pratici, dalle ferite… ad altro che non possiamo dire. Non è tutto risolto con gli effetti digitali, ma allo stesso tempo, questo film senza gli effetti digitali non si potrebbe fare. Nessun produttore avrebbe potuto realizzare in altro modo questa parte fondamentale dell’animale, tantomeno in un’opera prima con i suoi rischi. E invece noi, proprio perché siamo EDI, lo abbiamo voluto fare, fortemente. Come produttori, scegliamo progetti in cui il fatto che siamo noi a produrli faccia la differenza. Senza mai obbligare Andrea (Corsini, ndr) a fare in digitale cose che voleva fare con gli effetti pratici.

“Anche per me è stato fondamentale aprire un dialogo sul fatto che il pratical effect è una scelta di linguaggio, non di una tecnica”, precisa il regista. “E l’ideale è stato trovare l’equilibrio tra l’imprinting di EDI e gli elementi di genere presenti nel mio film, che ci tenevo ad avere materici. Uno dei grandi vantaggi di fare lo sviluppo e la preparazione con loro è stato che ho avuto a disposizione degli strumenti che in un’opera prima non può permettersi nessuno: abbiamo fatto delle pre-visualizzazioni animate in 3D dei modelli delle location, potendo arrivare molto in dettaglio, in fase di pre-produzione, su tutte le scene che potevano essere più complesse, e quelle in cui era necessario l’elemento digitale, che il più delle volte è irriconoscibile come tale. Perché i migliori vfx, ovviamente, sono quelli di cui non ti accorgi, come quando vedrete… l’animale, e non solo!”

Carolyn Braken e Andrea Corsini sul set di ‘Ferine’

 

Ferine (Beasts of Prey) è prodotto da Francesco Grisi e Giorgia Priolo per EDI – Effetti Digitali Italiani, con il contributo del Ministero della Cultura e del PR FESR Piemonte 2021-2027 bando “Piemonte Film TV Fund”, unitamente al sostegno di Film Commission Torino Piemonte e del PR FESR Lombardia “Lombardia per il cinema” 2021-2027. Il film sarà distribuito da Adler Entertainment.

 

Ferine

Scritto e diretto da Andrea Corsini

Cast: Carolyn Bracken, Caroline Goodall, Paola Lavini e per la prima volta sullo schermo la piccola Elisabetta Caccamo

Musiche Pino Donaggio

Co-sceneggiatore Massimo Vavassori

Fotografia Fabrizio La Palombara

Montaggio Matteo Mossi

Scenografia Carlotta Desmann

Costumi Silvia Nebiolo

Casting Directors: Luana Velliscig, Manuel Puro

 

autore
13 Ottobre 2024

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