Fellini East West

Al Festival di Trieste si vedrà E la nave va (1983) in anteprima assoluta e in collaborazione con Cineteca Nazionale - CSC nella copia restaurata da CSC con Istituto Luce Cinecittà


In occasione del centenario della nascita, a Rimini il 20 gennaio 1920, anche il 31° Trieste Film Festival (in programma dal 17 al 23 gennaio) partecipa alle celebrazioni di Fellini 100 promosse dal MiBACT con una prospettiva che guarda “da est” al genio di Federico Fellini. Nasce così l’idea di Fellini East West, che attraverseranno tutto il festival, vuole contribuire alla conoscenza di aspetti ancora poco indagati. A cominciare da uno dei film meno rivisti, eppure più attuali, E la nave va (1983), di cui a Trieste si vedrà, in anteprima assoluta e in collaborazione con Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia la copia restaurata da CSC-Cineteca Nazionale con Istituto Luce-Cinecittà.

“Siamo felici che, per una fortunata coincidenza di date, il nostro sia il primo appuntamento del 2020 a celebrare Fellini – spiegano i direttori artistici del TsFF Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo – per di più con il suo film che, sin dalle lingue in cui è girato (italiano, serbo, russo, tedesco), ci riguarda più da vicino, come festival e come città. Un film che, nel racconto della fine di una civiltà, ci chiama in causa tutti, con la forza di un’opera profetica”. L’evento fa parte delle celebrazioni promosse dal MiBACT e da un comitato organizzatore di cui fa parte CSC-Cineteca Nazionale.

Se l’influenza di Fellini sui cineasti e gli intellettuali (spesso esuli, o destinati a diventarlo) è ben nota, da Polanski a Kundera, meno lo sono i rapporti con la critica, le istituzioni, il “potere”. A questo proposito, il catalogo del TsFF offrirà la lettura di un testo inedito di Naum Kleiman, di prossima pubblicazione negli Stati Uniti nel volume A Companion to Federico Fellini (John Wiley & Sons): storico del cinema tra i più insigni, non solo in Russia (dove ha creato il Centro Ėjzenštejn), Kleiman ci guida – tra censure, proiezioni clandestine, dibattiti infuocati – alla scoperta di aneddoti inattesi e spesso irresistibili sulle relazioni non sempre facili tra Mosca e Fellini: 8 e 1/2 fu difeso di fronte al Dipartimento ideologico del Comitato Centrale del Partito Comunista da un “avvocato” d’eccezione come Antonello Trombadori.

Che Fellini sia stato uno dei cineasti più amati, e proiettati, anche oltre la cortina di ferro sarà evidente anche da una Mostra piccola ma speciale, realizzata in collaborazione con il Museo Cinematografico di Łódź e allestita nel foyer del Politeama Rossetti, che riunirà dieci straordinari manifesti originali che accompagnarono l’uscita in Polonia di capolavori come La dolce vita o Il Casanova. Autentiche opere d’arte, capaci di reinventare le trame e le suggestioni felliniane fino a trasfigurarle. Prosaicamente intitolati Intervista al Maestro Federico Fellini, i 14 minuti raccolti da Matej Mináč nel gennaio del 1989 sono un breve documento d’eccezione, e insieme una prova della grande generosità di Fellini: complice il comune amico Juraj Jakubisko, il maestro accettò di incontrare a Roma quel giovane regista della Cecoslovacchia comunista, che a sua volta ebbe non pochi problemi con le autorità del suo Paese per riuscire a non mancare all’appuntamento… La conversazione doveva essere il primo tassello di un ritratto cinematografico più lungo, che Mináč ha inseguito per anni. Finché, di fronte all’impossibilità di finirlo, ha deciso di realizzare una commedia,  Never Give Up, attualmente in produzione, liberamente ispirata al suo viaggio per intervistare Fellini. A questi appuntamenti si aggiungerà nei prossimi giorni un’altra sorpresa, in anteprima mondiale.

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03 Gennaio 2020

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