L’outsider Favolacce dei fratelli D’Innocenzo pari merito con Pinocchio di Matteo Garrone, regista che ha contribuito al successo dei due gemelli, insomma gli “allievi” sfidano il “maestro” ai Nastri d’argento 2020. Una sfida, a suon di nove candidature, più che mai avvincente per questa 74esima edizione del premio (leggi qui tutte le candidature) con Gli anni più belli di Gabriele Muccino a tallonare i due sfidanti con 8 candidature.
Sono 40 i film che hanno ottenuto almeno una nomination in questa edizione del premio dei giornalisti cinematografici. Le cinquine (ma anche sestine e decine) sono state annunciate dalla presidente del SNGCI Laura Delli Colli e dalla vicepresidente Fulvia Caprara in collegamento dal MAXXI di Roma. La cerimonia è prevista a fine giugno / inizio luglio, con la presenza dei vincitori ma nel rispetto delle norme del distanziamento e senza giornalisti.
Un parterre tutto al femminile, con Laura Delli Colli e Fulvia Caprara in rappresentanza del SNGCI, Lea Melandri del MAXXI, Roberta Enni, direttore di Rai Gold e Cecilia Valmarana di Rai Movie, ha ufficializzato in collegamento remoto le candidature 2020, in un anno reso unico dal coronavirus.
Si parte con il Nastro dell’anno a Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, il film che, subito dopo la vittoria a Berlino per l’interprete Elio Germano, è rimasto bloccato dal lockdown. In collegamento il produttore Carlo Degli Esposti, Paolo Del Brocco di Rai Cinema, il regista Giorgio Diritti, che ha lanciato l’augurio di tornare presto alle gioie della sala e dei set, Elio Germano che ha così commentato: “Spero sia il primo premio italiano di una lunga serie e spero che ci sia presto un ritorno alla normalità e l’occasione per condividere il film e il premio con il pubblico”.
Per i Nastri, che hanno modificato il regolamento in corsa accogliendo i film usciti sulle piattaforme, come faranno anche gli Oscar, l’annata non è stata avara di titoli, tanto da convincere a una sestina delle opere prime e a dieci registi candidati.
In pole position, oltre a Favolacce, Pinocchio e al film di Muccino, anche Il sindaco del Rione Sanità di Mario Martone, La dea fortuna di Ferzan Ozpetek e Martin Eden di Pietro Marcello con 7 nomination. E ancora Hammamet di Gianni Amelio, Tornare di Cristina Comencini, Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores, Il primo Natale di Ficarra e Picone con cinque candidature ciascuno.
Le migliori commedie dell’anno sono Figli scritto da Mattia Torre e diretto da Giuseppe Bonito, Lontano lontano di Gianni Di Gregorio, Odio l’estate di Massimo Venier, Il primo Natale e Tolo tolo di Luca Medici. E qui il direttivo dei giornalisti cinematografici sottolinea come ai blockbuster si affianchino opere più piccole e intimiste. Tra le registe solo Cristina Comencini e l’esordiente Ginevra Elkann per Magari, “ma presenze femminili e opere dirette da donne sono sparse tra le voci tecniche e forse dobbiamo smetterla di fare un conteggio aritmetico, i segni del cambiamento si possono leggere in altre categorie”, chiosa la presidente. Tra i registi debuttanti, oltre a Ginevra Elkann, Stefano Cipani per Mio fratello rincorre i dinosauri, Marco D’Amore per L’Immortale, Roberto De Feo per Nest, Carlo Sironi per Sole e Igor Tuveri (Igort) per 5 è il numero perfetto.
La cerimonia, come si diceva, non sarà virtuale come quella dei David. “Dal 15 giugno – spiega Delli Colli – dovrebbero essere autorizzate le riunioni fino a 200 persone che non rappresentino un assembramento. Stiamo cercando un luogo che garantisca la sicurezza e il distanziamento. Avremo un supporto televisivo, ma penso che i premiati potranno esserci con le giuste regole. Potremmo fare qualcosa di assolutamente nuovo, ma non in uno studio tv”.
E sul cinema italiano degli ultimi 12 mesi una valutazione positiva. In definitiva “un cinema vitale – conclude Delli Colli – con molte opere di genere, che è stato fermato nella stagione più forte e che adesso dovrà ricominciare il suo rapporto con il pubblico. In questo senso, le piattaforme esercitano un ruolo importante tenendo in allenamento gli spettatori”.
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