Serve accelerare e tenere conto delle esigenze di tutti gli attori convolti nella produzione e diffusione legale dei prodotti culturali. È questo il forte appello che sedici associazioni dell’industria culturale italiana hanno inviato al Governo italiano in merito alla proposta di regolamento sui servizi digitali, ritenuta allo stato attuale insoddisfacente per la protezione dei diritti delle imprese che operano nel settore della produzione e distribuzione dei contenuti creativi.
Si tratta di una voce unitaria e preoccupata inviata al “Governo, a tutti i rappresentanti italiani presso l’Europarlamento e le Istituzioni europee, finalizzata a creare le condizioni per un salto di qualità durante il Trilogo, per ristabilire la necessaria coerenza tra lo spirito e la lettera del Digital Services Act ed il risultato finale del provvedimento adottato”. “Siamo ad un punto di non ritorno” – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, tra le associazioni firmatarie dell’appello – “Le decisioni che verranno intraprese ora porranno le basi per il futuro della tutela dei contenuti audiovisivi sul web e delle misure di enforcement adottabili per contrastare la diffusione illecita delle opere”.
“Adesso più che mai, con tutte le difficoltà che l’industria dei contenuti ha affrontato in questi anni di pandemia, la tutela delle opere ed il rispetto dei diritti sul web assumono un ruolo ancora più centrale per accompagnare la fase di ripartenza del settore” – ha proseguito il Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. Le associazioni firmatarie sottolineano come “la posta in gioco sia troppo alta per perdere questa occasione unica: la legislazione sui servizi digitali deve rimanere nell’interesse generale, senza indebolire l’attuazione del diritto d’autore, l’unico garante della libertà di espressione, della proprietà intellettuale e della diversità culturale” e danno rilievo alle “indicazioni inequivocabili del Presidente Draghi che, in Senato, ha dichiarato: “(…) L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia. La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line”.
“Internet resti una grande opportunità per il settore creativo e culturale, ma una regolamentazione chiara e rispettosa dei diritti di proprietà intellettuale è indispensabile per proseguire nel cammino di sviluppo delle arti e della cultura in Europa”, concludono i firmatari dell’appello.
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I dati dall’indagine Ipsos per Fapav, riferita all’anno 2023. I pareri del presidente Federico Bagnoli Rossi, di Rutelli (Anica), Alberto Barachini (sottosegretario con delega all'informazione e all'editoria), Capitanio (Agcom) e De Siervo (Lega Serie A)