Fabio Volo: di tutto un Po

Per la terza volta l’attore e scrittore dà la voce al protagonista della serie Kung Fu Panda, nel prossimo capitolo della saga animata Dreamworks che uscirà in sala il 17 marzo.


Per la terza volta  l’attore e scrittore dà la voce al protagonista della serie Kung Fu Panda, nel prossimo capitolo della saga animata Dreamworks che uscirà in sala il 17 marzo. Nel film anche il tema caldo della famiglia ‘di fatto’, con Po che si ritrova ad avere due papà: l’anatra che lo ha adottato da piccolo e il suo vero papà Panda che riemerge a sorpresa da un passato dimenticato.

E’ una bella coincidenza che il film in Italia esca proprio adesso …

Non si tratta di due padri che affittano l’utero ma comunque sì, è una coincidenza interessante. Ora che sono genitore sono sempre più convinto che a un bambino serva un nucleo che lo ascolti e lo faccia sentire amato. Non veniamo dall’idea tradizionale della famiglia come padre e madre. Non è un modello che necessariamente funziona più di altri. Feci uno stage con Jodorowsky che diceva: “la famiglia ha fatto più danni della bomba atomica”. La maggior parte dei nostri problemi deriva da lì. Basta chiederlo a un qualsiasi analista. L’idea non è quello di sostituire la famiglia tradizionale con un ibrido, ma di sottolineare come le cose importanti stiano nella sostanza. Come in un rapporto di coppia: non importa se la tua donna è bionda o mora, importa che tu ti senta ascoltato e abbia il tuo spazio all’interno di quel contesto.

Lei fa un po’ di tutto: cinema, scrittura, tv. Nel doppiaggio c’è spazio per la creatività?

C’è un margine molto stretto. Chiaramente devo seguire il modello che mi danno. C’è la recitazione di Jack Black e poi i disegni che sono basati su quella, quindi fondamentalmente lo devo imitare. A volte cambio qualche grido o qualche espressione, poi ho una cadenza bresciana da controllare. Ma sto migliorando: parlo inglese in famiglia e vivo a Milano.

E’ riuscito a conoscere il regista italiano del film, Alessandro Carloni?

Purtroppo no, ci siamo lisciati di poco a Radio Deejay. Ho una serie di impegni da incastrare: sto facendo un film, lavorando alla mia serie tv e ho due figli.

Di tutto un po’ insomma…

E’ la legge del filotto. Come con le donne. Per mesi sei a secco e poi tutte insieme diventano pazze di te. A volte le cose si incrociano anche sul lavoro.

Cosa ama di questa saga?

Intanto c’è un aspetto narcisistico, perché mi fa piacere pensare che tra qualche anno quando i miei figli saranno più grandi vedranno dei film con la mia voce. E poi ha un che di autobiografico: Po è un personaggio goffo, che non ha un particolare talento e nemmeno una prestanza fisica particolare, ha attorno a sé un destino preconfezionato dato dalle sue condizioni sociali eppure sogna di diventare un super-eroe. Non si lascia condizionare ma segue i suoi sogni e li realizza. Io sono così: i miei amici mi prendevano in giro per il lavoro che volevo fare. Anzi, lo fanno ancora. Per fortuna ho una vita bellissima quindi reggo bene gli sfottò. Non devi permettere a nessuno di dirti quello che puoi o non puoi fare e alla fine l’amore e la passione sono più forti perfino del talento o della prestanza fisica. Accetta il rischio. E’ un ingenuo ma anche incoscientemente coraggioso.

Però c’è sempre il rischio di perdere la via…

Personalmente non sento l’esigenza di sentirmi accettato, non inseguo le appartenenze, né da un punto di vista artistico, né politico o altro. A volte si rischia di restare sedotti da chi ti vuole indicare la via giusta per te.

Qual è il suo cartoon preferito?

Dei recenti Gli Incredibili e Up!, che mi ha commosso. Da bambino adoravo Red e Toby – Nemiciamici.

Cosa vorrebbe che ci fosse nel futuro di Po?

Beh, dopo aver realizzato i sogni immagino una fidanzata, magari una famiglia, con dei piccoli Panda.

Progetti per il futuro?

La mia serie tv, per l’appunto, non ne posso parlare, ma è ambientata tra l’Italia e New York e sono in trattative per il canale che la dovrà trasmettere. La darò a chi la merita.  

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09 Marzo 2016

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