Da un lato e dall’altro della Manica, donne mature scoprono il loro corpo, in tutti i sensi. Succede infatti che nelle prossime settimane arrivino nelle nostre sale due film che nascono lontani ma si ritrovano vicinissimi, perché giocano tutta la loro aggraziata forza narrativa sulle donne che, superati i 50 – o giù di lì – si danno una nuova possibilità di vivere cominciando da un nuovo sguardo sul loro corpo. Da una parte la britannica Emma Thompson, che all’età di 62 anni si mostra nel primo nudo integrale della sua carriera in Il piacere è tutto mio, presentato al Sundance e al Berlinale Special Gala e dal 10 novembre nei nostri cinema con Bim Distribuzione. Dall’altra la francese Karin Viard (La famiglia Bélier), classe 1966, protagonista della commedia Maria e l’amore – dal 3 novembre in sala con Europictures – in cui decide di riprendere in mano la propria vita ammuffita partendo da un nuovo sentimento e da un nuovo rapporto col proprio corpo, che nel film espone nella sua nudità posando per aspiranti artisti.
Due film lontani per geografia e per genere ma gemelli nello spirito. Il primo è quasi una pièce teatrale filmata, tutto chiuso in un hotel, drammatico con solo qualche sprazzo di commedia; il secondo si muove libero tra ambienti e spazi diversi, commedia con qualche sprazzo di dramma. In entrambi, attraverso un confronto generazionale e con un altro da sé, le due donne compiono un tardivo coming of age fisico e sentimentale. Se per tutta la vita, fino a quel momento, si erano accomodate in relazioni vuote di ogni passione senza quasi nemmeno sospettare che ci fosse qualcosa oltre l’orizzonte, con le storie dirette – rispettivamente – da Sophie Hyde e Lauriane Escaffre con Yvonnick Muller, compiono la loro personale rivoluzione e si riappropriano della loro esistenza.
In Maria e l’amore, Karin Viard è Maria, sposata da 25 anni con un portoghese abitudinario e addetta alle pulizie che ha appena preso servizio alla Scuola di Belle Arti di Parigi. Un ambiente tutto nuovo in cui lei, dotata di dolcezza e goffaggine, viene travolta dall’audacia e dal senso di scoperta di giovani artisti appartenenti alla generazione fluida. Arriva lì rivendicando la bellezza del suo lavoro perché, dice, “vedo tutto, sono ovunque e sono invisibile, e questo mi piace”, ma grazie all’incontro con i ragazzi e soprattutto con il custode della scuola Hubert (Grégory Gadebois) scopre gradualmente di volere molto di più. Immersa in un mondo di passione e libertà, si avvicina cautamente al custode, a sua volta auto-relegatosi in un’esistenza immobile, e grazie a lui ritrova anche l’entusiasmo e uno sguardo nuovo sulla sua nudità.
In Il piacere è tutto mio Emma Thompson è Nancy, falso nome di una vedova, ex rigidissima insegnante di religione, che paga il bellissimo e giovane gigolò Leo (Daryl McCormack) per scoprire tutto il sesso che ha ignorato durante la vita matrimoniale e per provare a raggiungere, finalmente, un orgasmo. Lui, consapevole e sicuro di sé, si presenta come “un santo del sesso”, un “maestro della menopausa”, ma pian piano vengono a galla anche le sue fratture di “puttanello spezzato”. Nel loro percorso in quattro incontri – in cui lei esibisce una lunga lista di pratiche da sbrigare che ha, al punto uno, il sesso orale – Nancy rivela la sua vera natura di Mrs Robinson (nome reale del personaggio).
Due avventure di donne che, a metà della loro vita, imparano finalmente a guardarsi senza pudori e sovrastrutture, mettendosi a nudo davanti allo specchio, liberando fisicità e femminilità.
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