Siamo soli nell’Universo? Elisa Fuksas, con la co-sceneggiatura di Tommaso Fagioli, cerca di rispondere al quesito con ALBE – A Life Beyond Earth, dove ALBE sta per il gruppo di persone, dalla studentessa all’attore caratterista, dalla parrucchiera al rappresentante, che studiano e seguono il fenomeno extraterrestre, in particolare tra la Capitale e i suoi dintorni.
ALBE è esperienze, stati d’animo, convinzione di non essere folli: dagli esorcismi E.T. alle sedute spiritiche astrali, dall’osservazione del cielo all’ipnosi regressiva, il gruppo ha come contraltare la stessa Elisa Fuksas che conduce una ricerca personale tra scienza, Fede e astrofisica, accompagnata da Carlo, umano/alieno che la guida alla ricerca della risposta “assoluta”. Gli extra terrestri, secondo quanto spiega Carlo, “sono terresti, extra, sono più umani dei terrestri che vivono la vita senza sapere … Vogliono farci credere che sono diversi da noi, invece siamo noi. Sono persone extra che vogliono mantenere un sistema sano, che funziona, che sia soprattutto duraturo ma… sulla Terra”.
“Personaggi, luoghi e storie di questo film sono autentici e fedeli alla realtà”: in opposizione alla tendenza cinematografica che tiene a tutelarsi sul non usare riferirsi a individui o situazioni reali, il film di Elisa Fuksas apre subito dichiarando il contrario. E lo fa presentando proprio Carlo, giovane uomo che, a ben vedere, ha un profilo somatico dagli echi alieni, pur essendo a tutti gli effetti un essere umano naturalmente e, come dice lui stesso: “uno scettico, uno che prima di accettare ciò che sono ho dovuto avere quattro anni di prove, costanti tutti i giorni”.
Elisa Fuksas, oltre che dirigere questo film, “lo interpreta”: contrappone infatti il racconto di chi s’aggrega in ALBE al suo errare, tra sacrestie e stimabili conversazioni di alta ingegneria, sempre in compagnia del suo cane carlino, alla ricerca di un’altra risposta possibile alla domanda iniziale che genera la traccia tutta del film. Elisa Fuksas “ci dice”, nell’incontro con un sacerdote, che ha cominciato a scrivere un film di finzione sull’incontro tra una donna e un extra terrestre, tema che però ha iniziato ad ossessionarla e a condurla a scegliere questo linguaggio documentario per l’indagine del tema, per cui: “ho pensato fosse più interessante raccontare la realtà, piuttosto che raccontare una storia che diventa fantascienza”, spiega lei, anche perché, “non è un mistero il fatto che il Vaticano abbia stupito il mondo sulle sue aperture sull’esistenza degli extra terrestri. I figli di Dio sono dappertutto, anche se a volte abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri fratelli”, come le fa fermamente presente padre Ardu. Il prete continua riflettendo anche su quella luce che dall’alto dei Cieli ha condotto i Magi, fino a posarsi: è assurdo che una stella si posi, infatti “questa luce che scende la notte di Natale era certamente in una macchina guidata da esseri intelligenti … Certamente esseri non umani. E allora è un extra terrestre mandato da Dio”, afferma Ardu nel racconto.
Fuksas e i suoi alieni, già in concorso al Biografilm Festival e al Molise Film Festival, iniziano un tour italiano, distribuiti da K48: le prime tappe di ALBE sono al Cinema Beltrade di Milano, oggi, mercoledì 20 febbraio, e al Cinema La Compagnia di Firenze, dal 21 al 24 febbraio.
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