VENEZIA – Piccola invasione di maglie da calcio bianco-rosse, oggi, al Lido, per la presentazione di El cinco, film argentino delle Giornate degli Autori firmato da Adrìan Biniez, all’opera seconda dopo il fortunato Gigante. Nel giorno in cui l’agguerrita sezione parallela della Mostra ha omaggiato il calcio con il documentario Messi di Alex de la Iglesia, un altro film sul football, dunque, ma in questo caso focalizzato sulla fine di una carriera e la necessità, per i calciatori, di reinventarsi professionalmente a un’età ancora giovane.
“Ho diretto il mio primo film a trentaquattro anni – ha detto il regista – Contemporaneamente un mio amico calciatore stava per giocare la sua ultima partita. Mentre io entravo in un mondo completamente nuovo, lui abbandonava uno stile di vita che gli apparteneva sin da bambino. Mi colpisce molto pensare che, alla mia stessa età, per qualcuno possa finire un ciclo di vita all’improvviso, mentre le persone ‘normali’ si accorgono di invecchiare molto più gradualmente”. Il regista argentino che, come tutti, da piccolo tirava calci a un pallone senza esserne un fanatico, ha raccontato con El cinco anche la vicenda di una coppia, “dove, come spesso accade, è la donna ad avere un carattere energico e una capacità percettiva speciale che la aiuta a risolvere le situazioni”.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre