EdS: i cattolici amano il cinema


Le meraviglie architettoniche dei giardini Vaticani e gli affreschi, sempre sorprendenti, della Cappella Sistina sono rimasti aperti fuori orario per festeggiare i sessant’anni dell’ Ente dello Spettacolo, che dal 1946 “dà la linea” ai cattolici nel cinema. Un compleanno festeggiato da tanti (tra gli altri Gaetano Blandini, che ha portato i saluti del ministro Rutelli, Carlo Fuscagni, Gian Luigi Rondi, Ugo Gregoretti, Paolo Ferrari, Luciano Sovena, Francesco Alberoni, Alberto Francesconi) alla presenza del cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, che ha ricordato come già i Fratelli Lumière avessero chiesto e ottenuto uno speciale permesso per riprendere papa Leone XIII, benedicente la mdp.

Tra entusiasmi e incomprensioni, il rapporto tra la settima arte e la Chiesa cattolica è antico e comunque importante. E l’EdS, ne è una prova vivente. Nato per iniziativa di intellettuali come Diego Fabbri, Turi Vasile e Luigi Gedda, attivo anche nella produzione (si veda la stagione della Orbis e l’opera di Romolo Marcellini, di cui è stato proiettato un breve documentario su La città del Vaticano, restaurato in collaborazione con la Cineteca di Milano) ha attraversato anche momenti di crisi, per poi aggiornarsi alle sfide tecnologiche e multimediali del presente. La storia dell’Ente l’ha ripercorsa il presidente attuale, Dario E. Viganò, sacerdote e critico cinematografico, direttore della Rivista del Cinematografo, un mensile che esiste addirittura dal 1928 ed è quindi la più antica testata di cinema in Italia, mentre il sito internet conta su una banca dati di 50mila schede consultatissime e spesso saccheggiate. “Organizziamo eventi come il Festival del Cinema Spirituale “Tertio Millennio”, che si svolge non solo a Roma ma anche in Messico, a Guadalajara, e da quest’anno a Lubjana, in Slovenia”, ha ricordato monsignor Viganò, per un volta in abito talare.
Dal ’99 l’Ente assegna anche un prestigioso riconoscimento, il Premio Robert Bresson, l’unico a godere del patrocino e della collaborazione del Vaticano. È andato a personalità come Manoel de Oliveira, Peppuccio Tornatore, Wim Wenders e Jerzy Stuhr: il vincitore di quest’anno sta per essere annunciato. Mentre si conoscerà solo a Venezia a quale film del concorso andrà il Premio Sergio Trasatti che viene consegnato al regista che meglio esprime i valori difesi dalla RdC. Un’ultima curiosità: ancora non esiste un patrono del cinema, ma Dario Viganò propone per questo incarico… gli angeli (forse quelli wendersiani?): “Perché il cinema è messaggero e anticipatore della visione che avremo nel mondo del Padre, un’arte effimera che pure fa aprire una prospettiva di desiderio”.

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20 Giugno 2006

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