Ecco chi erano i veri monuments men

Del gruppo messo in piedi dagli Alleati nel 1943 facevano parte circa 400 persone, tutti grandi esperti d'arte. Sono quasi tutti morti, ma una Fondazione li ricorda


A fornire una forte base nel rendere più reale l’ultimo film di George Clooney The Monuments Men è stata una fondazione americana, di base a Dallas, The Monuments Men Foundation for the Preservation of Arts, un’organizzazione, fondata nel 2007, dedicata agli uomini e alle donne che aiutarono a salvare le opere d’arte depredate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Raccontati nel libro “Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia”(Sperling&Kupfer) scritto nel 2009 da Robert M. Edsel (presidente della Fondazione) e dal quale la pellicola di Clooney è tratta. Del gruppo messo in piedi dagli Alleati nel 1943 facevano parte circa 400 persone, tutti grandi esperti d’arte. Il ruolo di James Granger, recitato da Matt Damon, è ispirato a James Rorimer, diventato poi direttore del MoMA di New York e a cui il museo deve la sua collezione medievale. E’ morto nel 1966. Frank Stokes, interpretato da George Clooney, si basa su George Stout, sovrintendente di arte a Harward. Sarebbe stato lui ad avere avuto l’idea di creare il gruppo poi conosciuto come Monuments Men. Dopo aver frugato l’Europa, andò in Giappone proseguendo nel suo compito. Dopo la guerra è diventato direttore di un museo a Boston dove è rimasto fino al 1970, è morto nel 1978 all’età di 80 anni. Claire Simone, interpretata da Cate Blanchett, era Rose Valland, una studiosa francese d’arte che di nascosto prese nota delle destinazioni delle opere rubate dai nazisti. Durante l’occupazione tedesca di Parigi lavorava al museo Jeu de Paume, usato dai nazisti proprio come base delle loro operazioni. E’ morta nel 1981. Ancora in vita è invece Harry Ettlinger – allora aveva 19 anni – che nel film è Sam Epstein, interpretato da Dimitri Leonidas. Fuggito in quanto ebreo dalla Germania nel 1938 ci tornò nel 1945 con l’esercito Usa. Il suo primo incarico fu quello di interrogare il fotografo personale di Hitler. Dopo la guerra è diventato vice direttore di una società che produce sistemi guida per missili nucleari lanciati da sottomarini.

autore
08 Febbraio 2014

Berlino 2014

Berlino 2014

Wenders, Orso d’oro alla carriera

Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick

Berlino 2014

Matthijs Wouter Knol è il nuovo capo dello European Film Market

Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore

Berlino 2014

Kreuzweg e Difret in Italia con Satine

Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama

Berlino 2014

Berlino, Chinatown

L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più


Ultimi aggiornamenti