VENEZIA – E’ stata la serata degli imprevisti e delle gaffe sul palco del Palazzo del cinema, dove si consumava l’ultimo atto della 69 Mostra. Con uno scambio di premio tra Philip Seymour Hoffman e Ulrich Seidl degno di una candid camera e il Leone d’argento che rotola a terra quando Laetitia Casta fa notare, con sorridente gentilezza, che è stato appena fatto un pasticcio: “Sono cose che capitano”.
Con Kim Ki Duk che canta ‘Arirang’ per ringraziare il pubblico per il Leone d’oro alzando il pugno chiuso forse per ricordare che il suo Pietà è un duro atto d’accusa contro il denaro. Con i comici Luca e Paolo chiamati a consegnare l’assegno di 100mila dollari del Premio Luigi De Laurentiis al turco Ali Aydin per Kuf, che gli parlano e lui non capisce nulla. E poi il regista ringrazia la Settimana della critica, che l’ha selezionato, ma la traduzione resta monca. Il film, storia di un ferroviere che vive in una zona isolata e da anni cerca il figlio scomparso a Istanbul durante una manifestazione senza mai arrendersi, senza versare una lacrima, con la perseveranza nobile delle madri di Plaza de Mayo, è già nel listino di Nanni Moretti. Per il presidente dalla Giuria opera prima Shekar Kapur è “un film minimalista che ci fa entrare nella mente di un uomo introverso, restandoci intrappolati”. Per l’altra giurata Isabella Ferrari “il dolore di questo film, in fondo semplice, ce lo siamo portato dentro per molti giorni”.
Altra gaffe il premio di consolazione ai limiti dell’imbarazzante a Daniele Ciprì per la fotografia del suo film da regista E’ stato il figlio. E tra i delusi ci sarà anche Olivier Assayas, che ottiene solo un premio per la sceneggiatura per il suo Après Mai sul post ’68 francese. Alla Francia sfugge da venticinque anni il massimo premio, ma l’ex critico, con grande nonchalance, ringrazia lo stesso. Per giunta in un ottimo italiano dedicando il premio ai suoi giovani attori che con tanta fede hanno reso vero e bello il racconto di “come eravamo”.
Fabrizio Falco, 24 anni, siciliano, vince il Premio Mastroianni, quello che rivela un attore molto giovane e già bravo (sembrava che dovesse andare all’ancor più giovane israeliana Hadas Yaron, che invece ha avuto la Coppa Volpi per la sua ebrea ortodossa costretta a un matrimonio di rimpiazzo in Fill the Void). Falco ringrazia Ciprì che l’ha scoperto e che l’ha fatto conoscere anche a Bellocchio. In Bella addormentata fa un’apparizione che resta, è il fratello disturbato e rabbioso di Michele Riondino, un ruolo da pugni in tasca e Fabrizio, che ha negli occhi un guizzo perverso, dedica il premio ai giovani attori che come lui credono in questo lavoro e lo fanno con umiltà, dedizione, pazienza e s’impegnano per raggiungere risultati.
Philip Seymour Hoffman è arrivato da Toronto. “Sono sceso cinque minuti fa dall’aereo, non giudicate il mio vestito, mi sono cambiato in bagno”, dice trafelato stringendo la Coppa Volpi che condivide con Joaquin Phoenix. Un attimo dopo Kasia Smutniak lo richiama per consegnargli il Premio speciale della giuria, ma partono le immagini di Paradiso: fede. Sembra un errore di regia invece l’errore lo sta facendo la giuria, perché a The Master va il Leone d’argento, mentre all’austriaco in odore di blasfemia il premio speciale.
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