Due fratelli


Due fratelli

Trenta tigri tra le quali diciotto cuccioli: è il numero di ‘attori’ usati dal regista francese Jean Jacques Annaud per realizzare Due fratelli, storia di un’ amicizia interrotta dal più grande predatore della Terra, l’uomo. La pellicola, in sala grazie a Medusa il 1 ottobre in 300 copie, racconta l’infanzia libera di due cuccioli di tigre cresciuti ai piedi di un tempio buddista, e l’età adulta in cattività dopo l’arrivo di un ex-cacciatore, interpretato da Guy Pearce, per il saccheggio del Tempio. Ben presto, l’una viene chiamata Kumal e diventa una stella circense, l’altro viene battezzato Shanga, consegnato a un Principe e addestrato ai combattimenti. I due, fratello e sorella, si ritroveranno in una lotta faccia a faccia.

Due fratelli

Questa volta, per dirigere l’impresa, il regista dell’Orso, è andato a finire in Angkor, una regione della Cambogia dall’ottobre 2002 al maggio 2003. A differenza del precedente film però Annaud ha scelto il digitale, meno costoso e più maneggevole considerate le condizioni di ripresa. I set nei quali venivano girate le scene con le tigri, erano zone di terra recintate. Dentro, vi muovevano liberi addestratori e tigri seguiti da macchine da presa comandate a distanza. Gli operatori di macchina invece si muovevano all’interno dello stesso recinto, stando in gabbie. Da lì azionavano i comandi per fare in modo che le macchine da presa eseguissero i giusti movimenti. Tutte le scene dove era prevista sia la presenza dell’attore umano che dell’attore animale, sono state girate a doppio passo, cioè prima sull’uno e poi sull’altro dei due interpreti ripetendo esattamente gli stessi movimenti perfettamente ‘misurati’ con il computer. 169 giorni di riprese, durante le quali sono state messe in atto tutte le tecniche possibili, compreso l’uso del blue screen, nel tentativo di restituire realismo ai movimenti e ai gesti degli animali. Essenziale l’apporto dell’addestratore Thierry Poirter, già collaboratore di Jean Jacques Annaud sul set de L’orso. Tra le scene più curiose quella di una tigre femmina che allatta i cuccioli: la tigre finta è stata dotata di tettarelle che dovevano funzionare da mammelle. Uno degli addestratori si è nascosto sotto la pelliccia per dare il biberon ai cuccioli, che erano veri. Dopo aver girato questa scena, la vera tigre che interpretava il ruolo della madre ha sostituito la controfigura finta. In seguito l’inquadratura nella quale si vede la testa della vera tigre è stata accoppiata a quella con la pancia e i tigrotti attaccati alle sue mammelle. La distribuzione italiana de I due fratelli costituisce l’occasione per il WWF Italia di ricordare che 3 delle 8 sottospecie di tigre sono estinte e che le altre sono arrivate all’esiguo numero di 7.000 in tutto il mondo. Il WWF, attraverso il presidente Fulco Pratesi, lancia un appello perché si realizzi nel nostro Paese una raccolta fondi a favore dei progetti che già si svolgono nei paesi dove sopravvive il felino. Le donazioni possono essere effettuate attraverso il numero Verde 800990099 (per carta di credito), il Conto corrente postale 323006 intestato a WWF Italia o, Adozione on-line grazie al sito www.wwf.it/adozioni

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27 Settembre 2004

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