Dopo Bava e Argento, anche Sollima tra i miti di Winding Refn

Il regista ha accompagnato al TFF la versione restaurata di Terrore nello spazio: “E’ un modello di cultura pop. Ma c’è un altro film sottovalutato che andrebbe restaurato, Città violenta di Sollima


TORINO. Si nega alle domande sul nuovo film The Neon Demon, un thriller con protagonista Elle Fanning nei panni di un’aspirante modella che una volta arrivata a Los Angeles è aggredita da donne ossessionate dalla sua bellezza e giovinezza. Il regista danese Nicolas Winding Refn, premio Miglior regia a Cannes 20111 per Drive, dice solo che le riprese sono terminate e presto comincerà la post produzione del film perché sia pronto nel 2016. Silenzio anche rispetto al suo progetto televisivo Les Italiens ispirato al romanzo di Enrico Pandiani.
Al TFF Winding Refn – il cinema Massimo ospita fino al 2 dicembre una personale – ha accompagnato la proiezione di uno dei suoi film più amati, Terrore nello spazio (1965) di Mario Bava nella versione restaurata dal CSC-Cineteca nazionale in collaborazione con Italian International Film. “L’ho visto la prima volta in tv, quando arrivo ragazzino a New York da Copenaghen. Il cinema lo scopro infatti sui tanti canali proposti dalla televisione americana. Mi ha sempre affascinato il film di fantascienza, e più in generale la scena e la cultura pop degli anni ’60. Terrore nello spazio è stata una sorpresa e come già in Alien vi avevo individuato i collegamenti tra il genere horror e quello di fantascienza”.

Per la prima volta il regista danese ha visto a Torino il film di Bava sul grande schermo ed è rimasto sorpreso di quanta sessualità trapeli pur non essendoci alcun elementi di nudità. “Quei personaggi avvolti in tute di pelle quando lottano sembrano rimandare a un rapporto sessuale, si respira erotismo non solo etero ma anche omo. Perciò la cultura della pop art mi piace, perché scandaglia gli elementi del nostro subconscio”.
Winding Refn si dice anche impressionato dall’approccio architettonico, dal design e dai costumi del film. “Mi è sembrato di visitare una galleria d’arte underground perché ci sono tantissimi elementi d’immaginazione. Questo film di grande artigianato ha in sé molti approcci stilistici del film di fantascienza e ha superato la prova del tempo. Design, costumi, scenografia risultano efficaci al pari di quelli di film come Blade Runner e 2001 Odissea nello spazio. E questo ci porta alla grande tradizione italiana nella musica, nella pittura, nella architettura; gli italiani dimostrano di avere sempre quella marcia in più, di essere più interessanti e creativi”.

Ma Winding Refn è anche un fan di Dario Argento, adora i suoi film, soprattutto i primi. “Avrei voluto che avesse assunto più droga. Quando usava la cocaina ha realizzato alcuni dei più grandi film horror di sempre. Suspiria è il cocaine movie definitivo”. 
E alla fine dell’incontro il regista svela che c’è un altro film di genere del 1970, con tematiche surreali, che ritiene meraviglioso ma che è stato sottovalutato: “Città violenta di Sergio Sollima, con Charles Bronson, e andrebbe restaurato”.

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