CANNES – “Riconosco il gesto deliberato della giuria che ci ha associato, nonostante il tempo che ci separa, per le nostre ricerche di libertà fatte in modi e con approcci diversi. E’ bello condividere il premio con lui, che ha cercato di reinventare il cinema“. Parola di Xavier Dolan, regista 25enne canadese che ha ricevuto con il sorprendente Mommy il Prix du Jury ex aequo con il maestro 83enne Jean-Luc Godard. Di certo la scelta piu eclatante e mediaticamente azzeccata di questo festival. Da parte sua, il regista di Adieu au langage, che sulla Croisette non si è presentato né per il film, né
per il premio, ha lasciato parlare – molto brevemente – il suo produttore Alain Sarde: “Non ho sentito Jean-Luc al telefono, ci parlerò domani. Credo che sappia di aver vinto questo premio, ma non credo che questo gli rivoluzioni la vita. Il fatto che siano stati premiati con lo stesso riconoscimento un regista di 25 anni e uno di 83 è stupendo e incoraggiante. Ora andiamo avanti“.
Bennett Miller, che ha conquistato il Premio per la regia con Foxcatcher, ha strappato una risata ai giornalisti raccontando di come avesse ricevuto la notizia: “Stavo facendo colazione con la mia ex, che mi stava raccontando una storia appassionante, quando ha suonato il telefono e ho chiesto se potevo richiamare“. Poi, passando al suo film sportivo che ha colpito tutti per le grandi performance degli attori, Miller ha ricordato: “Da Steve Carell non ti aspetti che uccida qualcuno, per lui accettare il ruolo è stato un atto di coraggio. Ha accettato di lanciarsi, di mettersi in una situazione a lui estranea. Ho diretto attori molto diversi, con personalità diverse e ruoli diversi e si è creata una grande chimica“. Anche Timothy Spall, premio per la migliore interpretazione maschile, ancora incredulo e molto fiero, ha giocato con i giornalisti: “Forse sono troppo sentimentale, ma sono molto toccato da questo premio, mi sento come un adolescente. Nella vita non mi aspetto mai nulla e per la maggior parte della mia carriera ho avuto ruoli secondari. Questo ruolo in Mr. Turner invece è da protagonista, e mi è stato dato dal regista che rispetto di più al mondo“. Non pervenuta, invece, la sua collega Julianne Moore, vincitrice del premio per la migliore interpretazione femminile con Maps to the Stars di David Cronenberg.
Per uno come Spall, che ancora stenta a crederci, c‘è il più giovane premiato che, baciato dal talento, ringrazia, ma aggiunge che avrebbe sperato nella Palma d‘oro: “Spero che questo riconoscimento dica qualcosa a chi ha grandi ambizioni ma si sente dire ogni giorno ‘torna con i piedi per terra’. Io l’ho sentito per tutta l’infanzia e pensavo alle star che prendono l’Oscar e, quando ringraziano, parlano dei piccoli villaggi da cui vengono e da cui sono partiti per realizzare grandi sogni. Io vengo da un posto grande, il Quebec, ma dove le persone sognano in piccolo, e non capisco perché. Questo Premio della Giuria mi tocca e mi lusinga, compatibilmente con i miei sogni smisurati. Cannes è anche sognare tutto. Avevo sognato tutto e torno a casa con un premio che mi dà grande orgoglio“.
Infine, il grande vincitore, il turco Nuri Bilge Ceylan, che ha ottenuto la Palma d’oro dopo aver ritirato tre altri riconoscimenti, in passato, sulla Croisette, ha spiegato di essersi ispirato a Cechov e di non preoccuparsi mai della lunghezza quando scrive un film: “È strano e piacevole ricevere questo riconoscimento, ho avuto tanti premi ma è la prima volta che prendo la Palma, è un momento meraviglioso. Per la Turchia è stato un anno difficile e voglio dedicarla ai giovani che ci hanno insegnato molto sacrificando la vita per un futuro migliore“.
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