“Alla luce del momento complesso che l’intera filiera del cinema e dell’audiovisivo sta attraversando a causa della pandemia è estremamente urgente definire il sistema che obbliga le emittenti televisive e le piattaforme streaming con contenuti in modalità on demand a finanziare e a inserire nel proprio palinsesto o catalogo opere audiovisive nazionali, in base a un meccanismo di quote percentuali su fatturato e tempo di programmazione”.
Di questo si è parlato durante il Webinar dal titolo: “Gli obblighi delle quote di investimento e di programmazione in opere di espressione italiana a sostegno della produzione indipendente”, promosso da Doc/it Associazione Documentaristi Italiani e CNA Cinema e Audiovisivo – all’interno di IDS Academy 2020 e in sinergia e collaborazione con il Torino Film Industry.
“Come Doc/It Associazione Documentaristi Italiani abbiamo più volte richiesto alla RAI di rendere pubblici i dati relativi agli obblighi delle quote di investimento e di programmazione. Questo non è mai avvenuto. Il mio tono non è polemico ma vuole porre l’attenzione su un punto problematico cioè se le quote vengono messe in atto e poi non c’è una verifica adeguata con un sistema sanzionatorio, il sistema delle quote perde di forza”, così Claudia Pampinella, presidente di Doc/it Associazione Documentaristi Italiani.
La riflessione condivisa dai panelist sugli obblighi delle quote di investimento e programmazione fissate dal decreto legge 59/2019, è stata convergente nel ritenerne prioritaria la definizione e l’applicazione, soprattutto perché la produzione indipendente e quella italiana in particolare, è la vera architrave di tutti i regolamenti attuativi.
Quote eque significano sostegni congrui ai produttori indipendenti, garanti della pluralità e dell’eccezione culturale. A proposito della produzione indipendente italiana, Nicola Borrelli, Direttore della DG Cinema del Mibact, intervenuto al Webinar, ha commentato: “Il modello che vogliamo perseguire è un modello in cui questi obblighi, utilizzati in modo appropriato insieme ai forti incentivi che lo Stato italiano riconosce, servano finalmente per far crescere il settore della produzione indipendente. Non vogliamo copiare il sistema spagnolo molto decantato da qualche piattaforma esattamente perché tende a relegare i produttori spagnoli al ruolo di esecutivi, non vogliamo neanche copiare sistemi più rigidi ma in qualche modo trovare la soluzione che possa effettivamente incoraggiare la produzione indipendente italiana a crescere”.
Presente al Webinar anche Gianluca Curti, presidente di CNA Cinema e Audiovisivo che ha allargato il punto di vista del dibattito all’Europa: “Innazitutto per far sì che la competizione delle aziende creative che producono immagini in movimento sia sana, dovremmo avere accesso a regole di ingaggio comuni in tutta Europa visto che l’Europa è un unicum operativo. Le OTT, che sono assolutamente indispensabili, dovrebbero avere un diverso e forse migliore equilibrio delle tassazioni. Cioè le aliquote fiscali dovrebbero essere identiche in tutta Europa affinché le tasse possano essere pagate nel paese in cui i ricavi vengono effettuati. È una tematica europea assolutamente dirimente ed è un problema, che se non gestito con grande velocità potrebbe diventare enormemente capace di guidare e cambiare le sorti presenti e future di tutto il sistema industriale e culturale europeo. E quindi credo che sia un tema che debba essere affrontato partendo dall’ Italia ma è anche fondamentale importare il problema in Europa a Bruxelles, perché la definizione di queste aliquote fiscali non è più rinviabile”.
Al Webinar hanno partecipato anche l’avvocato Giuseppe Rizzo dello Studio Graziadei, e Alessandro Borrelli, presidente CNA Cinema e Audiovisivo Piemonte.
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