Divine alla Biennale

Si terrà dal 16 luglio al 1° novembre a Forte Marghera la mostra fotografica DIVINE. Ritratto d’attrici dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1932 – 2018


Si terrà dal 16 luglio al 1° novembre a Forte Marghera (Polveriera austriaca, via Forte Marghera 30, Venezia Mestre) la mostra fotografica DIVINE. Ritratto d’attrici dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 1932 – 2018, a cura del direttore artistico Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia con il suo Archivio Storico.

La mostra comprende 92 fotografie provenienti dall’Archivio Storico della Biennale, divise cronologicamente in quattro periodi, dal 1931 al 1952, dal 1953 al 1967, dal 1970 al 1991 e dal 1993 al 2018, con immagini di alcune delle più celebri dive italiane e internazionali “catturate” da scatti speciali al Lido durante la Mostra del Cinema, o protagoniste nei film presentati in Sala Grande, nel corso della storia del festival cinematografico più antico al mondo.

Sfilano in ordine di apparizione e in ritratti indimenticabili, “divine” quali Ingrid Bergman e Greta Garbo, Michéle Morgan e Bette Davis, Lauren Bacall e Machiko Kyô, Anna Magnani e Gina Lollobrigida, Sophia Loren e Brigitte Bardot, Claudia Cardinale e Jeanne Moreau, Julie Christie e Catherine Deneuve, Hanna Schygulla e Ornella Muti, Nastassia Kinski e Meryl Streep, Gong Li e Isabelle Huppert, Michelle Pfeiffer e Nicole Kidman, Charlize Theron e Monica Bellucci, Emma Stone e Natalie Portman, Valeria Golino e Alba Rohrwacher, Scarlett Johansson e Cate Blanchett.

La mostra è a ingresso libero, con orari d’apertura dalle 13 alle 21 fino al 21 settembre, e dalle 10 alle 18 dal 22 settembre al 1° novembre (chiusura lunedì). Fa parte del programma di esposizioni che la Biennale di Venezia organizza, a cura dei direttori artistici dei diversi settori, per valorizzare i materiali del suo Archivio Storico e per portare alla luce periodi ed episodi significativi della propria storia.

Comune di Venezia, Fondazione Forte Marghera e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna hanno partecipato.

“Le attività della Biennale 2020 prendono avvio con la questa mostra – spiega il presidente della Biennale, Roberto Cicutto – Un segno importante in un anno speciale: dopo aver accompagnato i mesi del lockdown mettendo a disposizione in rete molto del suo patrimonio, l’Archivio Storico della Biennale – ASAC realizza questa esposizione e dal prossimo 29 agosto inaugurerà ai Giardini della Biennale una mostra a cura di tutti i direttori (Arte, Architettura, Cinema, Teatro, Musica, Danza) in cui si potranno rivivere i momenti chiave dei 125 anni dalla fondazione della Biennale di Venezia. DIVINE apre nel segno del femminile e racconta il ruolo fondamentale delle donne nella storia della Settima Arte, rievoca subito la bellezza, il glamour, il fascino e l’emozione del tappeto rosso. Oggi, grazie al talento e alle storie di queste donne (non solo delle attrici ma anche delle protagoniste in tutti i ‘mestieri del cinema’), molte più donne e uomini hanno imparato ad assumersi responsabilità ignorate per molti secoli. Attraverso di loro ­­– come scrive Barbera nel catologo – capiamo di più e meglio i cambiamenti della nostra società. È bello che questa mostra sia allestita a Forte Marghera, luogo già scelto dalla Biennale per alcune sue importanti manifestazioni. Quest’anno ci ha costretto a rivoluzionare molte cose e, purtroppo, a rinviarne alcune. Ma ci ha anche insegnato che La Biennale è un unicum con il suo ruolo internazionale. La sua posizione non sarebbe così centrale, e non lo sarebbe da così tanto tempo, se alla base non ci fosse la ferma volontà e la capacità di far dialogare a tutti i livelli le arti contemporanee con la società per comprenderne, apprezzarne e criticarne i modelli che abitano il mondo”.

“Tra i tanti fili rossi che corrono lungo la storia di successi, cadute e resurrezioni della Mostra del Cinema di Venezia, ne abbiamo scelto uno per questa mostra temporanea al Forte Marghera, il cui titolo non lascia adito a interpretazioni incerte – dichiara Alberto Barbera – Non c’è dubbio che la storia del cinema, sin dal momento in cui quest’ultimo abbandonò i panni della curiosità da baraccone per rivestire quelli di industria più fiorente della comunicazione e dell’intrattenimento di massa, questa stessa storia appare indelebilmente intrecciata con quella dei divi e delle divine che sono stati una delle principali attrattive per il pubblico di tutto il mondo. Non a caso, inoltre, i primi ‘divi’ furono per lo più figure femminili: il processo di trasformazione degli attori in star sembra infatti essere strettamente connesso alla femminilità e a quell’immagine di una Eva futura, nata dalla sintesi tra la figura della primadonna dell’opera e la rappresentazione femminile offerta dalla cultura europea del XIX secolo (in particolare in pittura, letteratura e poesia). Sostengono gli studiosi che le donne potevano essere divinizzate più facilmente degli uomini, in quanto incarnazione di alcuni dei temi fondamentali della cultura di massa, come l’aspirazione alla bellezza, alla giovinezza e alla ricerca dell’amore. Più facile e remunerativo, in virtù del fascino naturale di cui sono dotate, idealizzarle, modellarle su misura a seconda delle diverse esigenze, renderle meno reali e più astratte, più facilmente venerabili e venerate. Non a caso, nella liturgia dei festival – riti collettivi che da tempo hanno sostituito altre celebrazioni un tempo delegate a luoghi di lunga consuetudine socializzante come le parrocchie e i partiti – il tappeto rosso costituisce un momento centrale e imprescindibile, tanto da essere diventato pietra di paragone anche per chi non può permetterselo. Concediamoci allora al piacere di ripercorrere, in un breve itinerario composto dalle 92 immagini provenienti dall’Archivio Storico della Biennale di Venezia – ASAC, la storia della Biennale Cinema attraverso il filtro di fascino e glamour offerto dai ritratti di alcune fra le tantissime Divine che hanno trasformato ogni anno, per dieci giorni, il tratto di strada che dall’Hotel Excelsior conduce al Palazzo del Cinema in una versione lagunare della Hollywood Walk of Fame di Los Angeles. In attesa che i riflettori si accendano sulla 77esima edizione, il primo festival dopo il lungo e doloroso periodo di chiusura che ha messo in ginocchio il mondo intero. La ripartenza inizia da Venezia, dove (quasi) tutto ha avuto inizio. La rinascita del cinema, che troppi hanno dato prematuramente per spacciato, anche”.

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16 Luglio 2020

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