Disobedience, tra ortodossia e trasgressione

Nelle sale dal 25 ottobre Disobedience di Sebastián Lelio una storia di libertà e coraggio ambientata all’interno di una comunità ebraica ultra ortodossa


Ci può essere margine di libera scelta in una società rigida in cui l’unica legge è l’obbedienza incondizionata ai dettami imposti? Si può essere se stessi in un mondo pieno di regole, in cui tutti i tempi della vita quotidiana sono scanditi dal rapporto con Dio e da rituali che dimostrino la propria devozione? Sono questi gli interrogativi che solleva Disobedience, tratto dal romanzo d’esordio di Naomi Alderman, pubblicato in Italia da Nottetempo e vincitore di premi prestigiosi come l’Orange Award for New Writers  e Sunday Times Young Writer of the Year Award, che nella sua versione cinematografica porta la firma del regista premio Oscar Sebastián Lelio, che mette in scena un bel romanzo familiare in cui impulsi personali e convenzioni sociali si scontrano apertamente, in una lotta per l’accettazione in cui amore e perdita si mescolano di continuo. Disobedience è una storia di libertà e di coraggio, ambientata nella Londra contemporanea all’interno di una comunità ebraica ultra ortodossa, dove fa ritorno la figlia del rabbino appena deceduto, Ronit (Rachel Weisz). Giovane donna emancipata e anticonformista che si è allontanata dalla chiusa comunità in cui è cresciuta, che ora la tratta come una reietta, nell’unico modo che le sembrava possibile: cavalcando quella trasgressione che le ha permesso di recuperare la libertà e vivere la propria vita a New York, lontana dall’ambiente d’origine. L’incontro con la più timida Esti (Rachel McAdams), con cui aveva avuto un amore giovanile, ora sposata con suo cugino Dovid (Alessandro Nivola) e totalmente soggiogata alle regole della comunità, riaccende tra loro una passione proibita e inaccettabile per la comunità.

Le protagoniste sono due donne che, tra impulsi e convenzioni, lottano in maniera differente con le proprie origini e con la cultura che le ha plasmate, in cui rigorismo ebraico e scelta omosessuale non possono coesistere e dove la libertà di scelta è considerata un disonore. Proprio nel loro diverso modo di affrontare il conflitto interiore si intravede il potere più forte della religione: che non è nei dogmi ma nella capacità di condizionare l’etica personale e intima degli individui, anche di coloro che poi se ne allontanano.

Ronit per essere se stessa ha dovuto disobbedire alle regole del padre, il venerato rabbino che, dopo aver rifiutato la libera scelta della figlia, prima di cadere al suolo morto, parla proprio di disobbedienza, sottolineando come l’uomo, per volontà del suo stesso Creatore, sia un essere che ha il potere di disobbedire, l’unico del creato dotato di libero arbitrio, in bilico tra la purezza degli angeli e i desideri delle bestie. “Hashem ci ha concesso la scelta, che è sia privilegio sia fardello. Noi dobbiamo scegliere la vita aggrovigliata che viviamo”, dice, mettendo in discussione alla fine della sua esistenza le basi del concetto di scelta e libertà fino a quel momento predicate. Parole che la comunità sembra ignorare, preferendo piuttosto rimanere rigidamente ancorata alla tradizione che custodisce, per non introdurre crepe in quell’ambiente soffocante e claustrofobico, ma in un certo senso anche rassicurante e protettivo.

Rachel Weisz, che nel film ha anche il ruolo di produttrice, sottolinea come l’aspetto che l’ha maggiormente colpita sia stato il tema della trasgressione nel mondo moderno, dove praticamente i tabù hanno quasi cessato di esistere: “Il termine ‘disobbedienza’ oggi non ha un grande significato finché non si trova la giusta comunità in cui metterlo. Una di queste è la comunità ebraica ortodossa del nord di Londra. Ma chi incappa in una storia di trasgressione all’interno di una società rigida e vecchio stampo troverà un grande dramma universale che farà leva su tutti”. Una caratteristica di universalità che viene rimarcata anche dal regista Lelio: “Stiamo combattendo una guerra nella quale solo alcune relazioni sono considerate legittime, una guerra a chi impone limiti e con quale autorità lo fa. Questa è una storia i cui personaggi sono disposti a cambiare ed evolvere ma, per farlo, devono riuscire a farsi strada in un sistema rigido. Questo confronto rispecchia ciò che la nostra società si trova ad affrontare oggi, giorno dopo giorno, in tutto il mondo”.

Disobedience arriva in sala con Cinema di Valerio De Paolis dal 25 ottobre.

 

 

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17 Ottobre 2018

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