L’adozione non più rinviabile di misure, sul modello francese, contro la pirateria in rete, la Festa del Cinema con il biglietto a 3 euro dal 9 al 15 maggio, la distribuzione dei titoli italiani di Cannes e Venezia subito dopo questi festival, l’uscita di film internazionali in contemporanea con gli altri Paesi europei, una consistente offerta di cinema nei mesi estivi, evitando la cannibalizzazione del prodotto negli altri mesi.
E’ questa la strategia nel breve e medio periodo che le associazioni Anec, Anem e Anica prevedono per lasciarsi alle spalle i dati negativi del 2012 (Cinetel): calo del 10% delle presenze, 91.310.793 contro le 101.343.987 del 2011 (110 milioni nel 2010) e dell’8% degli incassi, 608.954.249 contro 661.679.788 nel 2011 (735 mln. nel 2010). Diminuisce la quota di mercato dei film italiani che, insieme alle coproduzioni, ha registrato il 26,5% delle presenze a fronte del 37,6% nel 2011. Diminuiscono le presenze anche per i film americani che passano dai 47,4 milioni di spettatori (2011) ai 46,7 mln. (2012), ma aumenta la quota di mercato, 51,2% di presenze contro il 46,8% (2011). Aumenta anche la quota di mercato dei titoli europei, dal 13,8% al 18,3% delle presenze di quest’anno, con l’Inghilterra al primo posto. Rimane invariato il numero di film distribuiti: 363 (360 nel 2011) di cui 127 titoli italiani insieme alle coproduzioni.
Tra i primi 20 titoli del 2012 troviamo 6 film italiani: al 1° posto Benvenuti al nord (27.193.895 milioni €), al 9° Immaturi-Il viaggio (11.820.941 €), al 13° Posti in piedi in paradiso (9.323.514 €), al 16° Il peggior Natale della mia vita (7.841.330 €), al 17° Colpi di fulmine (8.053.921 €) e al 18° Tutto tutto niente niente ( 7.654.668 €).
Nella top ten delle distribuzioni, le prime cinque (nell’ordine Warner Bros., Medusa Film, Universal, 01 Distribution e 20Th Century Fox) coprono il 74,5% della quota di presenze.
Nonostante le cifre negative, Lionello Cerri (Anec) evidenzia alcuni segnali positivi. In particolare, superato il periodo estivo caratterizzato da un calo delle presenze del 33% (complici gli Europei di calcio e le Olimpiadi), nella seconda parte dell’anno, dal primo agosto a fine dicembre, vi è stato un incremento dei biglietti del 3,2% rispetto all’analogo periodo del 2011. Inoltre l’anticipo dell’uscita dei film dal venerdì al giovedì ha portato da ottobre ad un aumento delle presenze del 15,8% nella nuova giornata di esordio.
Cerri ritiene poi fondamentali le iniziative di formazione audiovisiva in ambito scolastico e segnala l’adesione alla Carta dello Studente “Io Studio”, promossa dal MiUR, che offre a circa 2,5 milioni di studenti delle scuole superiori una riduzione del 40% sul prezzo del biglietto nei primi tre giorni della settimana.
Le ragioni del calo di consumo cinematografico in sala? Innanzitutto la crisi economica e la riduzione dei consumi del Paese hanno influito sulla propensione alla spesa da parte degli spettatori, nonostante il prezzo medio del biglietto sia aumentato nel 2012 solo dello 0,7% rispetto al 2011. Ma Riccardo Tozzi (Anica) ritiene che vi siano altre cause, sia perché il calo degli spettatori era già in atto prima della congiuntura economica, sia perché nel resto dell’Europa la crisi non ha portato a una consistente flessione del pubblico cinematografico.
Determinante è allora il fenomeno della pirateria – come rileva anche Richard Borg (Anica) – tollerato e mai contrastato dai vari governi che si sono succeduti, e caratterizzato ormai come un modello di consumo gratuito che si è esteso anche a generazioni meno giovani e colte. S’aggiunge poi, sempre secondo Tozzi e Borg, un’offerta non sempre attraente del prodotto nazionale che dovrebbe puntare ad essere film d’autore e di qualità, ma nel contempo popolare e aperto al pubblico, come insegna il caso francese di Quasi amici.
E Carlo Bernaschi (Anem) ricorda che non è un caso che il cinema italiano abbia perso ben 13 miilioni di spettatori in un anno, complice anche l’accumulo di uscite nazionali concentrate tra settembre e ottobre.
A margine l’intervento del produttore Fulvio Lucisano che ha polemizzato con il “ministro fantasma dei Beni culturali, colpevole di un decreto cinema fatto di disposizioni totalmente miopi”.
Nelle prossime settimane Anec, Anica e Anem presenteranno, in vista delle elezioni, un’agenda del cinema italiano ai vari candidati alla guida del Paese, così come è accaduto al tempo del voto regionale del Lazio.
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