Derecho de familia


La paternità è un po’ il chiodo fisso di Daniel Burman, il trentaduenne cineasta argentino che ha portato a Panorama Derecho de familia. Ne parlava anche nel precedente El abrazo partido – che vinse due Orsi d’argento – e già ha in cantiere un nuovo film, El nido vacìo, che toccherà ancora una volta i temi dei rapporti familiari ma spostando lo sguardo dalle vicende dei suoi coetanei, più figli che padri, a quelle di una coppia ormai matura, che deve affrontare la difficile fase in cui la prole prende il volo autonomamente e la casa rimane deserta.
A Berlino Burman è arrivato con una commedia agrodolce venata di umorismo ebraico con qualche riferimento a Woody Allen direttamente evocato dalla citazione di Zelig. Frutto di una coproduzione internazionale che coinvolge anche l’italiano Amedeo Pagani, come anticipato da Cinecittà News, il film è ambientato in una Buenos Aires cadente e segnata dalla crisi economica ma pur sempre molto europea: scenario della riscoperta di un affetto tra figlio e padre, un rapporto venato dallo scetticismo e da qualche scivolone di stima. Il genitore, il dottor Perelman, è infatti un affermato avvocato dai metodi non proprio ortodossi ma dalla straordinaria capacità di identificarsi nel cliente di turno, di farsi benvolere dalle impiegate del tribunale e di ottenere in ultima analisi quello che vuole; il figlio, dottor Perelman anche lui, è invece un puro, uno che non vuole sporcarsi le mani e scendere a compromessi, tanto da aver preferito la carriera accademica che gli consente di sposare il diritto senza tradirlo per “praticare” la legge. Ma arriva il giorno in cui anche il giovane Perelman mette su famiglia con un’ex allieva insegnante di pilates (lo sapevate che l’ha inventato un tedesco per reagire alla costrizione fisica del campo di prigionia dov’era stato internato durante la prima guerra mondiale in Inghilterra?): diventato genitore a sua volta scopre qualche falla nella sua visione delle cose.

Buffo e preciso nelle descrizioni di ambienti e comportamenti, Derecho de familia ha avuto la strada spianata, come spiega il giovane regista, proprio dal successo internazionale del film precedente. A dimostrazione che i grandi festival e i grandi premi servono ancora a qualcosa.

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10 Febbraio 2006

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