Depressione glamour per Roman Coppola


Meno attivo di papà Francis e della sorella Sofia, Roman Coppola si conosce soprattutto per la sua attività di sceneggiatore al fianco di Wes Anderson, su Il treno per il Darjeeling e l’ultimo Moonrise Kingdom. Nel suo film da regista presentato in concorso al festival di Roma, A Glimpse inside the Mind of Charles Swan III, questa esperienza si vede e si sente, nei colori vividi, nelle situazioni surreali, originali e spiazzanti, che hanno strappato un bell’applauso alla stampa presente in sala che probabilmente lo ha già decretato potenziale vincitore, in un carnet di concorrenti che generalmente ha deluso le aspettative.

 

Certamente, merita la performance di Charlie Sheen, talentuoso grafico donnaiolo che riflette sulla sua esistenza dopo essere stato mollato – a quanto pare, definitivamente – dall’unica ragazza che abbia mai amato (Katheryn Winnick), sprofondando nei ricordi e nelle fantasie che sono specchio della sua sofferenza. Eppure, la risata è dietro l’angolo e la narrazione è così scoppiettante e solare che anche un notevole inconveniente riguardante i sottotitoli, assenti per buona parte della proiezione stampa a causa di un problema di server, è passato in secondo piano. Nel film c’è anche Bill Murray, attore feticcio di Anderson, in uno dei suoi classici ruoli stralunati. Ambientata a Hollywood, la pellicola cita molto le atmosfere e il glamour tipici degli anni ’70: “E’ un ricordo affettuoso – spiega il regista – non dichiaro che siano gli anni ’70, ma probabilmente lo sono. Ce n’è lo spirito, c’è la musica, c’è il mestiere di grafico, e in particolare del creare copertine di dischi, che è tipico di quel momento. E’ un’atmosfera romantica ma al contempo disperata e deprimente, e non poteva che essere così, dato che il film è di fatto la storia di una depressione, di un dolore, di una sofferenza, sono sentimenti forti, ma anche belli ed esuberanti. C’è il lato glamour ma anche gli elementi di crisi, e gli anni ’70 a loro volta si rifacevano agli anni ’30, che era, guarda caso, il periodo della “grande depressione”, cogliendone però gli aspetti più romantici. Il mio approccio non è concettuale, ma astratto. E’ un tema adulto trattato con lo stile di un film per ragazzini”.

Il personaggio di Sheen occupa indiscutibilmente il centro della scena: “Le nostre famiglie erano vicine di casa – spiega Coppola – ci conosciamo da quando avevamo 11 o 12 anni, giocavamo insieme, ci truccavamo per imitare i personaggi dei film di guerra. Poi per un sacco di tempo non ci siamo più visti ma quando conosci qualcuno da bambino resta tuo amico per tutta la vita. Così quando ho iniziato a scrivere il film ho pensato a lui, mi serviva qualcuno con cui avevo un rapporto confidenziale. E’ una storia di fantasticherie ma anche di sofferenza, io stesso ho affrontato la fine di una relazione sentimentale, e così altri miei amici con cui facevamo gli stessi discorsi che poi sentite nel film: “Oggi la amo, domani la odio, mi sento irrequieto” eccetera… Mi serviva un personaggio estroverso, un sognatore a occhi aperti, che se ne va in giro con delle uova al tegamino dipinte sulla macchina. E dato che mio padre e suo padre avevano già lavorato insieme, ho pensato a lui, così il personaggio che intanto stavo scrivendo ha iniziato ad assumere le sue caratteristiche. Oggi non saprei immaginare nessun altro in quel ruolo”.

Cifra stilistica della pellicola, sono i suoi numeri musicali, e in particolare una scena di culto in cui Sheen e Winnick cantano insieme il classico bossa-nova The girl from Ipanema: “Avevo il terrore di quella sequenza – spiega l’attrice – non so cantare e non ho una bella voce, ma una vocal coach mi ha aiutata a capire il ritmo e il senso delle parole. Non so come, ma alla fine tra me e Charlie l’abbiamo fatta funzionare. E’ una scena importante perché adiacente invece a un momento drammatico ed epocale, in cui il mio personaggio Ivana esce allo scoperto e manifesta i suoi sentimenti, perché nonostante le cose non vadano bene c’è amore tra i due. E’ un addio, ma anche un ringraziamento per i bei momenti passati insieme”.

autore
15 Novembre 2012

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