È stato attore protagonista di alcuni dei più grandi capolavori della storia dell’audiovisivo, immagini viste e riviste milioni di volte, imparate a memoria come una scena di un film cult. Con il suo corpo ha tracciato traiettorie di tale perfezione da essere paragonato a un maestro della pittura, il Pinturicchio. Il bianco e nero per lui non è solo il colore di una pellicola, ma quello della maglia che lo ha trasformato in una leggenda. Parliamo di Alessandro Del Piero, uno dei più grandi calciatori italiani di sempre, che quest’anno ha rubato un po’ di luce alle star del 77° Festival di Cannes. Il campione del mondo del 2006 (chi non ricorda il suo gol in semifinale) e bandiera della Juventus è stato protagonista, in qualità di Ambassador della Serie A, di un incontro tenutosi all’Italian Pavilion organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con Cinecittà e Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura.
“Lo sport è di grandissima visibilità e, come tutte le cose che hanno visibilità, è seguito con molta attenzione. Per questo il senso di responsabilità di quello diciamo e, soprattutto, facciamo vedere è molto importante. – esordisce l’ex calciatore – Il calcio unisce sotto la stessa passione e la stessa maglia persone di generi diversi, che fanno lavori diversi. La maggior parte delle persone ha una squadra del cuore, la finale di Coppa del Mondo è l’evento più seguito al mondo: sono dati che devono far riflettere, ma che rappresentano la potenzialità dello sport in generale. Lo sport è competizione, è sacrificio, è seguire le regole, è rispetto”.
Abbandonata la città che lo ha accolto come idolo e capitano per un ventennio, Torino, Del Piero ha spalancato i propri confini, in Australia e negli USA, prima come calciatore e, negli ultimi anni, come apprezzato opinionista tv. Un’eccellenza italiana che esportiamo come tanti altri prodotti che rendono celebre e ricercatissimo il nostro Made in Italy. “Tutti ci ricordiamo il 2006 e dove eravamo in quelle serate. Rimane indelebile e non è una cosa scontata. È un evento storico, abbiamo per un momento gioito tutti insieme, dimenticato i nostri problemi. Un’apoteosi che ci ha fatto mettere un’altra impronta importante all’estero. Perché poi il nostro marchio, il Made in Italy, è qualcosa che dobbiamo difendere con passione, desiderio, gelosia, perché abbiamo delle cose straordinarie. Vivo all’estero da 12 anni, viaggio moltissimo e ho capito quanto non ci rendiamo conto del fatto che il Made in Italy non ha eguali, come non me ne rendevo conto io quando ero immerso nelle mie cose a Torino. Quando fai due passi indietro e vedi le cose da un’altra prospettiva ti cambia tutto”.
Lo sport e il cinema hanno un legame molto forte, tanti sono i film che esaltano l’epica sportiva e tutte le emozioni legate ad essa: l’esaltazione, il dolore, il desiderio di riscatto e tanto altro ancora. “Ce ne sono tanti di film, anche delle icone italiane, come L’allenatore nel pallone. – commenta Del Piero – Lo sport è stato rappresentato in tanti modi, penso ai film di Clint Eastwood (ndr. Million Dollar Baby e Invictus). È bello vedere le tante storie sportive che ci sono oggi, con tanti atleti di oggi e del recente passato. Mi affascinano molto, perché lo sport è la mia vita e quando vedo una storia sportiva la partecipazione è diversa”.
Ma quali sono i suoi film preferiti? “Quelli che più amo sono legati a degli episodi personali, poi ci sono dei mostri sacri che hanno portato e che stanno portando avanti il cinema in maniera entusiasmante. Non posso sceglierne uno perché è come quando mi chiedono quale è il mio gol preferito (grazie a Dio ne ho fatti tanti di belli), magari ce ne sono alcuni che non sono così belli, ma che rappresentano qualcosa che a te serviva. E ci sono film così, che magari non sono perfetti, ma che sono quello che ti serve. Io ho iniziato guardando i film di Sergio Leone, perché ho anche la mia età, ma come non citare anche lui nella fascia più alta del cinema”.
“Sono uno spettatore anomalo. – ammette il campione – Ci sono momenti in cui vedo qualsiasi cosa ed altri in cui stacco un pochettino. Il cinema è strepitoso per molti aspetti, ti fa dimenticare tutto per queste due ore, ti immedesimi in un personaggio anche se sei solo lì a guardare. È straordinario questo tipo di esperienza, capace di emozionarti. Il cinema ha questa forza, speriamo che quello italiano, più di altri, possa farlo ancora”.
A breve, rivela, prenderà il tesserino da allenatore e tutto potrebbe cambiare. Ma nel prossimo futuro Del Piero sarà ancora protagonista del piccolo schermo, come volto e voce di programmi tv dedicati al calcio. Una naturalezza davanti alla camera che potrebbe portare a sviluppi inaspettati, magari una sorprendente carriera nella recitazione. “Devo per forza essere interpretato da qualcun altro? – ha risposto sornione a chi gli chiedeva che attore vorrebbe lo interpretasse in un ipotetico film – Vedremo, vedremo, magari ci sarà qualche sorpresa”.
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