“Nei giorni a venire daremo seguito a tutti gli impegni presi con i produttori indipendenti continuando a supportare i progetti in sviluppo, le produzioni sospese e quelle posticipate”. Lo afferma l’ad di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, in un articolo pubblicato da ‘Il Foglio’.
“Per i film distribuiti da 01 faremo tutto il possibile per attendere la riapertura delle sale e consentire un’efficace programmazione a tutela dell’esercizio, riprendendo dal punto in cui ci siamo fermati: Gli anni più belli di Muccino e Volevo nascondermi di Diritti. Non siamo comunque contrari, in linea di principio, all’uscita di alcuni film direttamente su piattaforma. Siamo consapevoli, in questa fase emergenziale, di avere una maggiore responsabilità verso il comparto e dell’esigenza di ridisegnare una politica d’intervento da ‘dopoguerra’. Ciò non significa adottare meccanismi assistenzialistici di valorizzazione automatica dei diritti che sfocerebbero in inutili finanziamenti a pioggia, senza produrre risultati industriali apprezzabili”.
“Pensiamo piuttosto – prosegue Del Brocco – a una soluzione incentrata sulle aziende e sulla loro ripartenza, proporzionata alle differenti esigenze, prospettive e dimensioni dei produttori. Un piano d’investimento di respiro biennale che dia certezza e continuità di lavoro all’industria, destinando una quota alle componenti più fragili della produzione (opere prime/seconde, giovani produttori, piccole realtà produttive del mondo del documentario, film di valore sociale) e garantendo allo stesso tempo il ruolo industriale dei player più rilevanti, con finanziamenti basati sul gap economico necessario per la chiusura dei progetti più complessi. Rispetto alla sala è difficile affermare che le modalità di fruizione siano cambiate per sempre o che tutto tornerà come prima”.
“In caso di riapertura con capienza ridotta, per consentire a una parte di pubblico di rimanere in contatto con il prodotto cinema – afferma l’ad di Rai Cinema – sarebbe utile sviluppare una ‘speciale piattaforma streaming’ nella modalità di ‘Home Remote Theatre’ che consenta di fruire anche da casa dei film in sala, rispettando l’orario di programmazione della proiezione. Il biglietto virtuale andrebbe alla sala che programma il film più vicina all’utente grazie alla geolocalizzazione della app. In tutti i casi è impossibile immaginare il cinema senza i cinema. L’importanza dello sfruttamento dei film in sala non è solo legata alla normativa e all’economia. Le funzioni culturali e sociali di un film sono e rimangono connesse alla sala, sarebbe imprudente pensare a lungo termine al solo consumo domestico. E’ una questione di libertà espressiva e linguaggio narrativo legato alla nostra tenuta identitaria, in un contesto dove i contenuti sono ideati e proposti da aziende globali guidate da interessi sovranazionali. Qualcosa cambierà per sempre dopo questa esperienza collettiva. Anche al cinema spetta un ruolo estremamente delicato: dare un senso condiviso a quanto è successo, partecipando alla ricostruzione, come nel dopoguerra, dei valori fondanti e dei significati di riferimento per la nostra società, soddisfacendo le esigenze sociali e culturali dei cittadini. Un compito non semplice ma che il cinema ha già svolto nel corso della sua storia, dimostrando sempre di essere all’altezza del proprio ruolo”, conclude l’amministratore delegato di Rai Cinema.
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