La Francia come fucina di idee e, per il cinema italiano, fonte prolifica di adattamenti: così anche la storia di Natale a tutti i costi nasce dalla commedia francese Mes très chers enfants diretta da Alexandra Leclère.
Il film italiano, interpretato da Christian De Sica e Angela Finocchiaro – la quinta volta una coppia sul grande schermo – non è un Cinepanettone, ma una commedia natalizia: l’originale francese “era un po’ più farsa, mentre per noi c’era l’idea della commedia, in cui sorridi tanto”, spiega Giovanni Bognetti, che l’ha scritto e diretto. “La struttura è quello che funziona del film francese: gli elementi più ‘cupi’ sono più miei, forse perché mi piacciono i mix tra dramma e commedia”.
Una famiglia, una villetta in un quartierino residenziale, e il naturale momento in cui i figli trentenni scelgono di provare a cercare una propria dimensione, fuori di casa, altrove, nel cuore della città, Roma in questo caso: per Alessandra (Dharma Mangia Woods) “si è creata subito una dinamica di famiglia a tutti gli effetti e mi sono molto affidata a loro – De Sica e Finocchiaro -, per cui provo ammirazione”, seppur nella vita da personaggio questa figlia sia un po’ appesantita dall’idea della partecipazione famigliare, anche se la sua esistenza non sia idilliaca, in fondo fa la segretaria nello studio dentistico del suo fidanzato, a 1000 euro al mese. Mentre Emilio (Claudio Colica), suo fratello, anche lui uccel di bosco rispetto ai genitori, lavora in una ditta il cui superiore lo vessa a suon di sgradevole ironia, per 2000 euro al mese, da investire anche per l’affitto, ma – nella finzione – “è stato facile considerarli mamma e papà, sono cresciuto con i loro film. Un grande sogno avere come padre De Sica: non ho paura a dire che sono un fan dei Cinepanettoni, Christian l’ho imitando, parodizzato, ci sono cresciuto”.
Del Cinepanettone tanto evocato si sente la nostalgia, proprio la parte dello stesso De Sica ce la fa sentire: è vero, questo film non è un Cinepanettone, è una garbata commedia che ruota intorno al Natale come momento di focolare domestico, e occasione per mostrare come il luccicante denaro – annusato dai figli come possibile milionaria eredità, nel nome di uno scherzo tirato da mamma e papà – non sia il collante degli affetti, ma De Sica, seppur in parte, da attore versatile quale è, arriva un po’ come un leone in gabbia, perché lo spettatore del film di Natale conosce la sua ‘zampata’ creativa, al limite anche un po’ volgare ma non dissonante da un filone che porta con sé un’affezione e comunque un modus proprio, per cui un profilo come quello brillante di Christian De Sica, qui, rimane in potenziale, rispetto al fuoco d’artificio che potrebbe essere in una parte forse più “prevedibile” ma di certo tutt’altro che malinconica.
E non basta che Carlo, il papà che interpreta, intercali – anche spesso – con qualche parolaccia per provare a colorire, perché se nel Cinepanettone il vocabolo scurrile è linguaggio, nella commedia natalizia suona un po’ stonato, forse anche forzato per lasciare addosso a De Sica l’eco cinepanettonico, che però è distantissimo. Certo, adesso c’è anche tutto un “politicamente corretto” che un po’ stride con quel genere, questione su cui l’attore ammette: “bisogna stare attenti e per un comico è un problema . Se rifacessi un film di quelli fatti con De Laurentiis andrei in carcere! Ma si ride col demonio, non con San Francesco: la vecchia che casca è cosa brutta, ma fa ridere. Adesso si ride di meno: i boati nei cinema di 20 anni fa non ci sono più. E comunque, Zalone è il più politicamente scorretto ed è quello che però ha più successo”.
Seppur, racconta De Sica, i Cinepanettoni “non me li hanno più offerti, ma se me li offrissero li farei di corsa. Tutti mi chiedono sui social perché non li faccia più: c’è un’età per ogni film, si cambia anche fisicamente, certo, però si potrebbe trovare un modo” . E per Natale a tutti i costi: “ringrazio Alessandro Usai di Colorado Film e Bognetti, che mi hanno scelto per questa commedia, che è un amore. Senza rinnegare il Cinepanettone, era tempo che però non facevo una commedia e diretto da un regista che sa dirigere senza che ci sia nessun ruolo stonato”.
Natale a tutti i costi è stato prodotto appunto da Usai, per questo film “partner di Sony Pictures International, che ci ha proposto di fare l’adattamento, per cui come Colorado abbiamo una tradizione. Ci siamo trovati subito in linea per una commedia natalizia diretta alla piattaforma. È la prima volta che abbiamo De Sica protagonista di un nostro film: una bellissima scoperta, è davvero è un attore a 360°, porta la risata con il registro della credibilità”. La co-produzione è anche con Iginio Straffi, per cui “questo è un film nel dna Colorado: una commedia molto adatta al pubblico delle famiglie, un tema molto caro al Gruppo Rainbow, è una platea a cui teniamo”.
Da non dimenticare nel cast Fioretta Mari nel ruolo di una nonna sarcastica, senza peli sulla lingua, volitiva e pragmatica, un personaggio accattivante e già iconico: il film, dal 19 dicembre, è disponibile sulla piattaforma Netflix.
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