De Oliveira, bravo sempre

Ha un finale impeccabile, Belle toujours, il piccolo (appena 72 minuti di durata) gioiello che il quasi centenario maestro Manoel De Oliviera ha presentato alla Mostra, fuori concorso. Quando l’amara rimpatriata tra Michel Piccoli e Bulle Ogier si conclude con la precipitosa e sdegnata fuga di lei, l’anziano e sempre un po’ ubriaco satiro apre la borsetta che la signora ha dimenticato e distribuisce biglietti da cento ai camerieri in livrea. Non è un seguito di Bella di giorno, il capolavoro di Buñuel che vinse il Leone d’oro nel ’67, ma una variazione sul tema del sadomasochismo, specie nella sua variante senile, in cui s’immagina che l’ambiguo Monsieur Husson s’imbatta per caso in Séverine, ormai invecchiata e assai pentita dei suoi trascorsi giovanili durante un concerto sinfonico. La signora fugge come può, ma l’ex amico di famiglia la pedina, tra una bevuta con relativa confessione al barman e l’altra, e infine la induce al confronto promettendo di rivelarle la cosa che a lei sta più a cuore, se cioè il marito sapeva o non sapeva dei suoi pomeriggi particolari. Concepito come un omaggio a Luis Buñuel e Jean-Claude Carrière a 38 anni di distanza, il progetto non è piaciuto a Catherine Deneuve che ha rifiutato non si sa bene perché la proposta di don Manoel. Ma Bulle Ogier, altra attrice buñueliana, si cala perfettamente nel ruolo. Bella sempre (questo il titolo italiano) esce oggi nelle sale italiane con Mikado in contemporanea col festival.