Settimo e ultimo anno per l’incontro tra Ciampi e i candidati al David di Donatello: e il presidente non nasconde la forte emozione per l’applauso che lo accoglie nella Sala dei Corazzieri, appena rinnovata da un puntiglioso restauro. È il presidente che ha più amato il cinema e alla vigilia del cambio della guardia sul Colle incontra i protagonisti di una stagione fortunata come non si vedeva da tempo: Nanni Moretti e Michele Placido, Carlo Verdone e Silvio Orlando, Stefania Rocca e Sergio Rubini. Anche per i David è un momento importante: sono passati cinquant’anni infatti da quando Italo Gemini decise di istituire questo premio per “stimolare la competizione nella produzione cinematografica”, come ricorda il presidente. Che cita anche i dati forniti dall’Osservatorio dell’audiovisivo di Cinecittà Holding a testimonianza di una stagione ricca, anche al box office, col sorpasso del prodotto italiano su quello hollywoodiano. “Un anno fa si parlava di crisi, oggi il 50% degli incassi è italiano e mi auguro che riusciamo a stabilizzarci su questi livelli elevati”, aggiunge il ministro uscente Rocco Buttiglione. La cerimonia ufficiale scorre rapida, Carlo Azeglio Ciampi consegna le onorificenze a due signore del teatro, Valeria Valeri e Ottavia Piccolo, prima di ritirarsi. Ma i discorsi proseguono davanti al buffet allestito per i candidati. Se Nanni Moretti – che nel 2002, in occasione dei Premi De Sica, non si fece nemmeno vedere al Quirinale – è più che mai sfuggente, dribbla i cronisti e si fa strappare appena poche parole, un riconoscimento dell’ottimo lavoro di Ciampi e un augurio che alla Cultura “vada un ministro competente, non come in passato”. Quindi ironizza sulla polemica che ha contrapposto i due film in testa alle candidature, Romanzo criminale e Il Caimano: “Parlate con Placido!”.
Impresa ben più facile, perché l’attore-regista è pronto alla replica. “Nanni ha capito benissimo cosa volevo dire con quelle accuse ai ‘santoni della cultura’: a volte attorno a lui c’è un eccesso di celebrazione, come quando si scrive ‘finalmente è arrivato il suo film dopo anni di vuoto’. Non mi piace l’isteria e poi si diceva che Il Caimano avrebbe risolto il voto e invece questa vittoria sul fil di lana mi fa pensare che abbia pesato in negativo, favorendo la destra”. Placido, che è in partenza per il set di Monicelli e che sarà quasi certamente Bernardo Provenzano in un serial Mediaset sul boss che Pietro Valsecchi ha prontamente messo in produzione subito dopo la cattura di Binnu, prosegue la sua requisitoria: “Il Caimano è certamente un film importante ma sono titoli come Il mio miglior nemico e Notte prima degli esami che danno risultati concreti e un ritorno al cinema di genere, al cinema popolare di cui abbiamo tanto bisogno”. Chiamato in causa, interviene Carlo Verdone. Convinto di non vincere neanche una statuetta, ma comunque felicissimo, è già al lavoro per Manuale d’amore 2 dove sarà l’unica conferma nel cast assieme a Sergio Rubini. “Abbiamo fatto 18 mln € in due mesi difficili come marzo e aprile, vuol dire che Il mio miglior nemico metteva d’accordo tutti, che il passaparola ha funzionato: è il mio record assoluto di gradimento dopo trent’anni di carriera, ma di certo non mi fingo morto per vincere una statuetta come il personaggio del film di Bellocchio. Altre volte avrei meritato il David e non l’ho avuto, perché la commedia è sempre un po’ penalizzata”, conclude pensando alla premiazione di venerdì sera. Senza lasciarsi sfuggire una battuta finale sull’assenza di Silvio Muccino: “Se ne sono accorti anche gli altri sceneggiatori del film, ma nessuno sa perché non sia qui con noi”.
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E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk