Dardenne, l’estremismo islamico è adolescente

L’età giovane, Fuori Concorso ad Alice nella Città: ne parlano i fratelli Dardenne, Miglior Regia a Cannes 2019


L’età giovane è quell’età in cui il mondo ha il potere e la capacità di influenzare gli animi, quelli di piccoli donne e uomini che abitano in quel momento una fase anagrafica, e soprattutto psicologica, di confine, il non essere bambino, il non essere adulto; una fessura di frontiera, in cui non è complesso si possa insinuare di tutto, nel bene e nel male. 

L’età giovane è il titolo del film di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Fuori Concorso ad Alice nella Città: l’età giovane è quella di Ahmed (Idir Ben Addi), adolescente musulmano del Belgio che, sedotto dal pensiero estremista islamico del suo imam, con un’ossessione per il concetto di purezza, da quella interiore a quella più banale del proprio corpo, pianifica l’omicidio della sua insegnante – non contraria all’Islam ma con una visione più contemporanea della stessa – fino ad un epilogo drammatico, ma molto significativo nell’arco del personaggio e del tema più ampio – e laico – del funzionamento del cerchio delle cose della vita. “La selezione ci ha permesso di conoscere 120/150 ragazzini e Idir ci è sembrato la persona più giusta, quello più in grado di portare sulle sue spalle un personaggio come Ahmed: possiede un indubbio talento, riesce a cogliere il ritmo, aveva il volto e il corpo di uno che non ha le stimmate della violenza, sembra quasi più un piccolo intellettuale, ed era in un’età di abbozzo di cambiamento, questo ha permesso alla nostra mdp di immortalare il mutamento impercettibile di quel corpo. C’è stata una perfetta coincidenza tra tempo reale e tempo filmico”, dicono gli autori, i fratelli Dardenne, del loro protagonista.  

Raccontano poi il soggetto del film, spiegando che: “Non ci siamo interessati ad un tema ma ad un personaggio: ci interessava osservare un giovane e capire se è possibile che si deradicalizzi, che esca dal fanatismo. Gli attentati sono stati il motore, naturalmente. È vero che oggi in Belgio ci sono molti imam salafiti, che hanno un’interpretazione estremista del Corano: questo è motivo di tristezza perché può significare dover tagliare il ponte della nuova generazione con la loro storia e religione, infatti c’è una presa di coscienza da parte della maggior parte dei musulmani. Dare noi una risposta sulla possibilità di deradicalizzazione oggi sarebbe superbo e pretenzioso: possiamo dire che per il nostro film, all’interno della finzione, avevamo ipotizzato un personaggio più adulto ma non era possibile dar tempo e modo al personaggio di deradicalizzarsi, mentre il ragazzino permette un movimento verso il futuro, anche se avviene attraverso uno shock fisico che lui vive. Mentre scrivevamo la sceneggiatura non siamo riusciti a fare in modo che, nonostante il personaggio fosse così giovane, fosse deradicalizzato attraverso un altro personaggio: l’unica soluzione era quella dell’impotenza assoluta che lo proietta vicino alla morte, percependo il bambino che è in lui”.

Il cinema non è la realtà, e lo spettatore si posiziona a metà, guardando la società attraverso un film: questo concetto ribadiscono i Dardenne, infatti: “Il film ruota intorno al quesito della possibilità di uscire dalla radicalizzazione islamica, per questo noi abbiamo circondato Ahamed di persone che lo sostengono, eppure lui resiste. Noi volevamo mostrare che, malgrado l’atteggiamento benevolo della mamma, lui resiste: lo spettatore non deve avere alcun motivo famigliare per giustificare che lui resista; gli manca solo un padre, ma la mamma è musulmana, eppure lui fa questa scelta e non sappiamo perché e volevamo mettere lo spettatore nella condizione di domandarsi ‘perché?’ un giovane faccia questa scelta”. 

Un film importante, necessario ma non semplice, anche nella sua fase di pre/produzione: nell’estate 2016, dopo gli atti terroristici di Bruxelles, i Dardenne annunciano la realizzazione di un film sul terrorismo, precisando che non tratta degli attentati della capitale belga, ma si concentra sul tema del fondamentalismo islamico. Poco dopo, il progetto viene annullato dagli autori stessi, causa la forte risonanza mediatica dell’annuncio: nel maggio dello scorso anno, a Cannes, il progetto torna in produzione, presentato alle distribuzioni; le riprese sono poi iniziate nel luglio 2018, tra cui nella fattoria didattica della Croix de Mer a Faimes, per poi tornare sulla Croisette quest’anno, e vincere il premio per la Miglior Regia

L’età giovane è uscito in Belgio e Francia lo scorso maggio, in Italia dal 31 ottobre con BIM. 

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