BERLINO – Madame Deneuve è tornata in terra tedesca, stavolta per portare in Berlinale Special un piccolo film in cui veste i panni di una pensionata attanagliata dalle ansie, che passa il tempo a osservare con terrore una crepa nel muro. Si intitola Dans la cour (in cortile), è diretto da Pierre Salvadori e interpretato, oltre che da Catherine Deneuve, da Gustav de Kervern (l’altra metà del duo registico composto anche da Benoit Delépine), che qui è un ex-cantante stralunato e, a sua volta, paralizzato dall’angoscia. “Sono affascinata da questa piccola favola in cui si mostrano le persone normali, con le loro fragilità e ossessioni, le loro paure e piccole preoccupazioni”, ha detto l’icona francese, sottolineando la bellezza del “contatto tra persone che vivono vicine: magari la freddezza pervade la città, ma non un cortile”.
Anche l’attrice – ha confessato – ha le sue ansie, ma non le condivide con il suo personaggio, Mathilde: “Mi preoccupa il fatto di non avere tempo a sufficienza per fare tutto quello che dovrei, vorrei che le mie giornate fossero più lunghe”. Un’ansia che ha qualcosa a che vedere anche con la capitale tedesca: “Per me Berlino è una frustrazione: ci vengo spesso ma non ho mai tempo per fare niente, perché presento i miei film e ci resto solo mezza giornata. Dovrei venirci in vacanza e non l’ho mai fatto, per vederla d’estate col sole”.
Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick
Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore
Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama
L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più