Daniel Panzironi: “Dalla recitazione al disegno, mi piace esprimermi attraverso l’arte in generale”

L'attore 24enne sarà tra gli interpreti della serie 'La storia' di Francesca Archibugi, in anteprima alla Festa del cinema di Roma 2023, e del film 'Confidenza' di Daniele Luchetti


Daniel Panzironi è cresciuto immerso tra recitazione e musica, assistendo agli spettacoli della madre, cantante brasiliana, che si esibiva a teatro e nei locali, mentre il padre, italiano, di professione chef, anch’egli con una spiccata vena artistica, le confezionava gli abiti da indossare durante gli spettacoli. Oggi l’attore 24enne, nato a Roma e cresciuto in provincia, a Labico, guarda alle arti in generale come un modo per esprimere se stesso in modi diversi. Diplomato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, con la passione per il disegno e l’illustrazione, ha iniziato a studiare quest’anno anche all’Accademia di Belle Arti. Sarà uno degli interpreti della serie La storia diretta da Francesca Archibugi, con Jasmine Trinca, Elio Germano e Valerio Mastandrea, tratta dal romanzo di Elsa Morante, che sarà presentata in anteprima alla Festa del cinema di Roma 2023, e prossimamente su Rai1. Lo vedremo prossimamente anche nel nuovo film di Daniele Luchetti Confidenza, basato sul romanzo di Domenico Starnone. Due esperienze importanti per lui, “soprattutto umane, oltre che lavorative”.

Recitazione, illustrazione, musica. Daniel, sei appassionato di arte in generale.

I miei genitori mi hanno trasmesso l’amore per queste varie forme di espressione. E oggi mi piace esprimermi con mezzi sempre diversi. Da piccolo assistevo agli spettacoli di mia mamma. Mi piaceva mascherarmi e partecipare ai concorsi di carnevale della mia città. Al liceo ho fatto un laboratorio teatrale che con il tempo si è trasformato in un percorso professionale portandomi a fare spettacoli al teatro Argentina e al teatro India di Roma. Poi ho sempre disegnato sin da piccolo. Ho fatto il liceo artistico e mi sono avvicinato giovanissimo all’illustrazione. Così, dopo essermi diplomato al Centro sperimentale, ho deciso di iscrivermi quest’anno anche all’Accademia di Belle Arti per portare avanti questa mia passione.

Però nella vita vuoi fare principalmente l’attore…

Sono cresciuto guardando film. A casa abbiamo una videoteca di circa duemila titoli. Ricordo che mia madre per imparare l’italiano vedeva i film di Ettore Scola, uno dei miei autori preferiti. Conosco a memoria Dramma della gelosia. Anche così è nato il mio amore per il cinema.

Che possibilità ti ha dato studiare al Centro sperimentale?

È una scuola molto faticosa, anche a livello fisico. I primi due anni li ho dedicati interamente allo studio. Il terzo ho iniziato a fare dei casting e la mia prima esperienza su un set è stata la serie La storia di Francesca Archibugi.

Com’è andata?

Stare su un set così grande e di un progetto così importante è stato quasi surreale. Ho avuto la fortuna di girare delle scene con Elio Germano, che da sempre considero un punto di riferimento nella recitazione. Ci siamo scambiati idee, mi ha dato dei consigli per affrontare questo mestiere. Francesca tratta un set come un figlio, ha un amore folle per il suo mestiere. Ha una cura dei dettagli, e si vede quanto le interessi che ci sia uno scambio di relazioni umane. Si è creata una grande famiglia. Con il giovane protagonista (Francesco Zenga) abbiamo legato molto.

Chi sei nella serie?

Un ragazzo degli anni Quaranta, uno degli amici del protagonista Nino. Quando scoppia la Seconda guerra mondiale, il mio personaggio, uno studente, diventa un partigiano e decide di andare a combattere sulla montagna contro i nazisti.

Un ruolo così ti ha fatto riflettere su quanto i giovani un tempo combattessero per certi valori?

Oggi le persone non credono più in nulla, i giovani si sentono persi. Ma non perché non abbiano valori, c’è una grande dispersione. I ragazzi, e in generale, le persone di quel tempo avevano molto a cui attaccarsi. L’istinto di sopravvivenza li portava a fare anche quattro ore di cammino per lavorare e mangiare. Sul set ho sentito un peso nello stomaco pensando a cosa avessero vissuto le persone a me care. Ho ritrovato nella serie i racconti della mia nonna adottiva di paese e di mio nonno, che è scomparso recentemente. Mi hanno raccontato le loro esperienze che in qualche modo ho rivissuto sul set. È stata un ‘esperienza davvero forte.

In Confidenza, invece, chi interpreti?

Sono uno studente degli anni Ottanta, un giovane affascinato dal suo professore (Elio Germano). Luchetti l’ho conosciuto durante un laboratorio al Centro sperimentale e sul set ho avuto modo di vedere la passione che mette nel suo lavoro. Anche se nel film il mio ruolo è piccolo, ho avuto l’occasione di fare un progetto importante, che mi ha dato tanto dal punto di vista umano, oltre che lavorativo.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Oltre a Scola, sono affasciato dal cinema di Charlie Kaufman e appassionato di musical, avendo studiato musica, soprattutto il pianoforte, e cantando. Rocky Horror Pictures Show è un capolavoro per me. E il musical sarebbe un genere che mi piacerebbe fare.

Con chi vorresti lavorare?

Matteo Garrone, un regista che fa film meravigliosi. Il racconto dei racconti è uno dei suoi migliori. Mi piacerebbe lavorare soprattutto con Alice Rohrwacher. Mi rispecchio nel suo cinema, nel suo immaginario, nel suo realismo magico. Nei colori e nei paesaggi dei suoi film ritrovo tanto della mia infanzia.

 

(Photo credits: Paolo Stucchi)

Giulia Bianconi
15 Ottobre 2023

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