Daniel McVicar, ladro di stelle cadenti per Francisco Saia

Presentato al 70° Taormina Film Festival, 'Il Ladro di Stelle Cadenti' è una fiaba cinematografica con protagonisti Leandro Baroncini e Jacopo Rampini


TAORMINA – Cosa succederebbe se le stelle cadenti potessero esaudire per davvero i nostri desideri? E se ci fosse una squadra di persone incaricate di prendersene cura, scegliendo quali desideri avverare e quali no? Da questa semplice premessa nasce Il Ladro di Stelle Cadenti, lungometraggio di Francisco Saia, presentato in anteprima al 70° Taormina Film Festival. Con la sua patina fiabesca, il film si avvale di un cast internazionale in cui troviamo la star di Beautiful Daniel McVicar, il popolare attore giapponese Hal Yamanouchi, Clizia Fornasier e Denise McNee, affiancare i nostrani Leandro Baroncini, Jacopo Rampini, Martina Palladini e Francesco Bucca.

La trama segue Milo, che prima da bambino e poi da adolescente vedrà esaudirsi i suoi desideri, ma con spiacevoli conseguenze, soprattutto quando la ragazza di cui è follemente innamorato, Betty, lo abbandonerà spezzandogli il cuore. Desideroso di risparmiare dolori simili ad altri sventurati, diventerà un ladro di stelle cadenti e, sotto la guida del saggio Bartolo, inizierà a sperimentare la responsabilità di scegliere dei desideri altrui. Questo potere, 20 anni dopo, gli si ritorcerà contro, quando il ritorno di Betty lo costringerà a confrontarsi con un segreto sconvolgente.

Il Ladro di Stelle Cadenti è “uno dei pochi film fantasy in Italia. –sottolinea il regista Francisco Saia – Una commedia fantasy che ha delle sfumature drammatiche, soprattutto sul finale. Ho voluto attuare uno stile surreale e anticonformista, la peculiarità di messa in scena che ho voluto attuare è l’utilizzo principale di quasi solo due colori: il giallo, che rappresenta il colore delle stelle, e il blu, quello del cielo. Sono due colori che hanno un valore simbolico. Mi sono ispirato a diversi cineasti internazionali che ho sempre ammirato, tra cui Wes Anderson, per lo stile di regia, le inquadrature e i movimenti di macchina,  Nick Cassavetes, per la messa in scena e la direzione degli attori, Joann Sfar, per l’utilizzo delle musiche, Tim Burton, per la costruzione di alcuni personaggi”.

Una delle soluzioni più sorprendenti è indubbiamente la scelta di far interpretare a Leandro Baroncini ben due personaggi, Milo da adolescente, e suo figlio Giovanni. “Quando interpreto il Milo 18enne, lui ha questa delusione d’amore molto forte, che lo rende un po’ malinconico. – racconta l’attore – Il bello di suo figlio, Giovanni, è che nonostante una grave malattia riesce sempre a portare il sorriso e una grande forza d’animo, che poi di solito queste persone hanno. La differenza è stata quella, trovare queste due energie opposte. Ho avuto il copione di Milo tre giorni prima. È stata per me un’esplorazione giornaliera: imparavo le battute, capivo chi fosse questo personaggio e, ovviamente, in queste condizioni devi portare te stesso dentro, per sentire quello che il personaggio sta attraversando. Le altre persone del cast si distinguono per la loro umanità, vogliono vederti splendere e se possono ti aiutano”.

Chiaramente, il volto di punta del progetto è Daniel McVicar, da anni residente a Torino, dove vive con il figlio dodicenne: “Sono venuto in Italia per amore (quello per l’ormai ex moglie ndr.) e sono rimasto per amore”. Il suo Bartolo è una figura di mentore, cruciale per tutte le svolte narrative del film, un personaggio che incarna il mondo magico del film, ma che serve anche per entrare nel cuore e nel conflitto del protagonista. “Sono molto felice e orgoglioso di recitare in questo film per questo regista così talentuoso. – dichiara l’attore statunitense – Ho avuto una carriera abbastanza lunga, sono conosciuto per la televisione, ma in questi ultimi anni ho fatto sempre più film in Europa. Credo che Taormina sia un punto di cambiamento per me e per il pubblico, per vedermi in questa comunità di filmmaker. Bartolo è una figura trascendete ma anche umana, che guida questi giovani ladri di stelle cadenti nel loro percorso, per decidere se esaudire o no i desideri delle persone. Lo fa con saggezza cuore e ironia. Sul set, vista la mia esperienza, mi sono sentito proprio come Bartolo, ho cercato di aiutare questi filmmaker e godere di questa esperienza”.

Girato a Milazzo, Il Ladro di Stelle Cadenti è una fiaba per il cinema indubbiamente coraggiosa e originale per il contesto cinematografico italiano. Una storia dai colori pastello che ci porta in un luogo magico e senza tempo – la fittizia cittadina di San Camillo – dove la realtà sfuma nella fantasia, i desideri si avverano e tutto diventa possibile.

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