Damsels in distress, quattro sante al college


E’ Damsels in distress a chiudere, fuori concorso, la 68ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Il film, diretto da Whit Stillman ,vede tre belle ragazze – la vivace capogruppo Violet Wister, l’assennata Rose e la sexy Heather – rivoluzionare la vita di una malconcia università americana. Al trio si unisce poi la nuova iscritta Lily e insieme decidono di aiutare gli studenti gravemente depressi con un programma di igiene e spettacoli di danza.

 

Le protagoniste vivono poi una serie di storie romantiche – tra cui quelle con il mellifluo Charlie, con l’uomo dei sogni Xavier e con gli scatenati Frank e Thor – che mettono a dura prova l’amicizia e la salute mentale del gruppo.
Tra gli interpreti Greta Gerwig, Adam Brody, Megalyn Echikunwoke e Analeigh Tipton.

“Secondo un detto – spiega il regista – l’unico modo per vivere il futuro che desideriamo è quello di inventarlo noi stessi. Impossibile non ammirare gli idealisti che, insoddisfatti della realtà, inventano mondi alternativi. Ma la sicurezza e la padronanza di questi architetti del futuro nascondono spesso persone fragili, poco flessibili e facilmente distruttibili. Nel film la parola “tailspin” ha un ruolo chiave. In aviazione il termine significa avvitamento, l’azione di un aereo che scende in picchiata, ruotando a spirale. Ma in un’accezione più informale può significare “perdita del controllo sulle emozioni che può portare al crollo emotivo”. Proprio come un pilota d’aereo che si lancia in picchiata per guadagnare velocità, riprendendo il controllo un attimo prima di toccare il suolo, così la nostra eroina punta verso il basso per dare un svolta alla sua vita ma in caduta libera non sempre si può evitare lo schianto fatale”.

 

Il film si basa su fatti realmente accaduti, anche se romanzati: “Personalmente – aggiunge Stillman – non avevo intenzione di fare una critica del sistema universitario americano, ma è una chiave di lettura che mi sta bene. Il mio periodo al college è stato molto deprimente, ero felice solo quando ero in vacanza, ma ora credo che le cose siano migliorate, sembra che si studi davvero!”

“Il college – dice l’attrice Greta Gerwig – è un periodo di reinvenzione. Nessuno ti conosce, e puoi essere chi vuoi. I personaggi portano all’estremo questa situazione, fino a farne un punto di zelo e bigottismo. Si sentono quasi dei santi, come Giovanna D’Arco”.

“Non parlavamo il linguaggio dei giovani – aggiungono gli altri due interpreti Adam Brody e Analeigh Tipton – anzi, cercavamo proprio di sembrare degli anziani, in una sorta di iperrealismo, artificioso ma adatto al contesto”.

autore
10 Settembre 2011

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