Il campione delle nomination all’Oscar, Hugo Cabret di Martin Scorsese, arriva in sala il 3 febbraio con 01 in oltre 400 copie. Tratto dal libro illustrato “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret”, di Brian Selznick, è il primo esperimento in 3D del regista, che si concede al ‘genere’ appoggiandosi molto su un cast forte – ci sono Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Ray Winstone, Chloe Moretz, Jude Law e Christopher Lee ad affiancare il giovane protagonista Asa Butterfield – e alle sontuose e suggestive scenografie della coppia Ferretti/Lo Schiavo – anch’esse ‘nominate’ con merito – che ricostruiscono la Parigi del 1930 concedendosi non poche libertà architettoniche (la loro Gare de Montparnasse, ad esempio, è visibilmente più alta della Tour Eiffel). Quel che piacerà ai cinefili ‘puri’ e forse, chissà, anche ai giurati dell’Academy è la storia, perché incentrata sulla figura del ‘mago del cinema’ Georges Méliès, maestro artigiano del fantastico e autore di capolavori come Dalla terra alla luna, di cui vengono tra l’altro utilizzati abbondanti estratti.
Hugo è un orfanello, figlio di un geniale orologiaio (Law), che vive nella stazione di Parigi e sogna di riparare l’automa lasciatogli dal padre prima di morire. Un giorno viene sorpreso a rubare nella bottega di un giocattolaio, che si rivela in realtà essere appunto Méliès (Kingsley), figura leggendaria e personaggio cardine nella nascita del cinema come oggi lo intendiamo. Hugo incontra anche la giovane Isabelle (Moretz), che nasconde una sorpresa.
“Nei miei DVD dei film di Méliès – racconta Scorsese – c’è l’immagine del regista in copertina. Un giorno, sul set, due dei bambini del film, di circa 12 anni, li hanno visti e pensavano che l’uomo dell’immagine fosse Ben Kingsley. Gli ho detto chi fosse in realtà, e loro mi hanno chiesto: Quindi esisteva davvero?”.
La somiglianza dell’attore britannico con il suo personaggio è in effetti impressionante, e la sua interpretazione toccante rende Méliès il vero protagonista dell’opera, facendo sì che la parte di pellicola costruita sulla sua storia di ascesa e decadimento – finì davvero in miseria, a vendere balocchi in stazione – diventi la più coinvolgente, mettendo il resto, un po’ di maniera, in secondo piano.
“La cosa straordinaria di Méliès – dice ancora il regista – è il fatto che ha esplorato e inventato la maggior parte di ciò che ancora viene fatto al cinema. C’è una linea diretta dai film fantasy e di fantascienza degli anni ’30, ’40 e ’50 al lavoro di Harryhausen, Spelberg, Lucas e Cameron. C’è già tutto. Méliès aveva fatto già tutto ciò che oggi viene realizzato con il computer, lo schermo verde e il digitale, la differenza è che lo faceva con la sua cinepresa, nel suo studio”.
Tra i produttori figura anche Johnny Depp, che di Parigi è innamorato, dato che ci abita da anni con la moglie Vanessa Paradis – anche se pare che adesso siano in crisi – e qui si ritaglia anche un breve cameo.
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