PESARO – Si parla anche della nuova e assai controversa legge che proibisce le parolacce nei film e nei media nazionali, teatro compreso, con le cineaste russe ospiti della Mostra di Pesaro per una piccola rassegna di “Sguardi al femminile” che propone quattro film contemporanei e un’opera storica, L’ascesa della pioniera Larisa Shepitko (1938-1979), primo film sovietico a vincere l’Orso d’oro a Berlino. Per Oksana Bychkova, autrice di Ancora un anno, storia di due giovani molto innamorati ma spinti al conflitto dalla disparità di fortune (lei si sta affermando nel lavoro, mentre lui vegeta di giorno e di notte guida un taxi senza grandi ambizioni), “la nuova legge ha una forte connotazione di censura e noi che ci occupiamo di cinema non possiamo non discuterne, anche se non capisco cosa possiamo fare per cambiare le cose”. Il suo film è stato tagliato di una decina di minuti. “Una versione ripulita che perderà tantissimo perché il linguaggio fa parte del tessuto narrativo. Del resto anche Il Leviatano di Andreij Zvyagintsev, vincitore a Cannes del premio per la sceneggiatura, ha subìto tagli”. Interviene Julia Mishkinene produttrice di Parti intime, altro film della rassegna pesarese. “E’ un grosso problema, spero che trionferà la giustizia. I film con le parolacce potrebbero essere semplicemente vietati ai minori di 18 anni, anche perché spesso si tratta di cinema d’autore e quindi rivolto a un pubblico di nicchia. Capisco che non possano passare in televisione, ma tagliarli per le sale mi pare sbagliato”.
A giudicare dalle storie portate qui a Pesaro, c’è un forte interesse delle nuove autrici per un cinema sociale estremamente duro e realista. Elena Pogrebizskaja ha realizzato il suo documentario Mamma, io ti ucciderò, per sollevare il caso dei bambini nati in famiglie problematiche e affidati a case famiglia. L’autrice, che ha un passato di giornalista ed è stata reporter per il primo canale della televisione russa, realizzando numerosi reportage dal Cremlino, dalla Cecenia e, durante la guerra dei Balcani, anche dalla Serbia e dall’Albania, lo considera “un film sulla lotta tra bene e male e quindi di facilissima lettura in ogni parte del mondo”. Protagonisti di Mamma, io ti ucciderò sono Sasha, Nastja e Lekha, tre ragazzini che vivono in una casa famiglia dove tutti i piccoli ospiti sono registrati come portatori di disturbi psichiatrici così da giustificarne l’internamento. Ai bambini non viene permesso di seguire un percorso di studi normale e vengono spesso sottoposti a cure devastanti che ne compromettono lo sviluppo psicofisico. “Il film mostra lo scontro tra questi giovanissimi e gli adulti che dovrebbero tutelarli: i medici e gli insegnanti eseguono gli ordini che la legge impone loro, senza porsi domande e senza provare alcun senso di responsabilità nei confronti dei bambini”, continua Pogrebizskaja. Il film, trasmesso anche da alcuni canali televisivi russi tra cui 24 Dok, ha contribuito “a portare l’attenzione su una situazione che era sotto gli occhi di tutti ma che molti facevano finta di non vedere”, spiega la regista. È anche grazie a Mamma, io ti ucciderò se oggi in Russia le condizioni di vita all’interno delle case famiglia per minorenni sono migliorate.
Parti intime è invece un melodramma moscovita di ambiente borghese in cui nessuno è quello che sembra. Diretto da Natasha Merkulova con Aleksej Chupov, è prodotto da Julia Mishkinene. Che sul cinema di genere ha le idee chiare: “Oggi in Russia una donna che vuole fare questo mestiere incontra difficoltà non diverse da un uomo”. E il numero delle registe sta esplodendo: “C’è una gran quantità di giovani registi, un rinnovato interesse per il cinema e l’80% degli studenti di regia sono donne”. Però un ostacolo produttivo per le autrici è rappresentato dai contenuti: “Lo Stato sostiene una cinematografia che parla di tematiche patriottiche, mentre le donne preferiscono occuparsi di rapporti umani e familiari, di questioni sociali o personali, della società contemporanea, del matrimonio. Tanto è vero che dei film presentati qui a Pesaro neanche uno ha avuto il sostegno pubblico”. Per Oksana Bychkova: “Il fenomeno delle donne nel cinema non è solo russo, c’è attualmente un’ondata di cinema femminile nel mondo intero e crescono anche le direttrici della fotografia. Non è solo questione di quantità, ma anche di qualità, negli ultimi due anni in Russia sono emerse varie donne dalla forte personalità e con una chiara cifra stilistica. A Mosca la scuola di documentario è diretta da un’autrice e questo è un ulteriore stimolo”.
Il maestro georgiano Otar Iosseliani ha tenuto a Pesaro una lezione di cinema in cui ha mostrato una certa amarezza per la “tragica caduta di qualità e mancanza di pensiero del cinema contemporaneo in un mestiere che sta diventando sempre più piatto e pieno di cliché”. In questa intervista gli abbiamo chiesto di parlarci del suo rapporto con la censura e della possibilità di tornare a lavorare in Georgia: "Sarebbe immorale togliere finanziamenti ai giovani registi"
Il vincitore del Premio Lino Miccichè è l’indiano Liar’s Dice, opera prima di Geethu Mohandas, un road movie atipico nel quale madre e figlia intraprendono un difficile viaggio verso Nuova Delhi, in compagnia di un disertore dell’esercito che guida le due alla ricerca del padre scomparso. Gli spettatori della “piazza” hanno votato per il Premio del Pubblico I ponti di Sarajevo, film collettivo realizzato per commemorare i cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale con l’attentato all'Arciduca Francesco Ferdinando avvenuto nella città bosniaca
Il montatore Marco Spoletini e il musicista Daniele Sepe hanno collaborato a The Fall from Heaven di Ferit Karahan, due storie parallele tra il Kurdistan e Istanbul, in concorso a Pesaro
In concorso a Pesaro I resti di Bisanzio, che ci mette di fronte alla decadenza di una terra, alla non identità di personaggi e luoghi. Per l'artista, al suo primo lungometraggio: "Lo stereotipo del Salento ha prodotto danni irreparabili, questo territorio è stato completamente stravolto". E sulla possibilità di una distribuzione per il suo film: "E' un messaggio nella bottiglia, arriverà dove arriverà"