A fine mese la Carta dello spettatore, di cui si è fatto promotore l’Agis, diventa realtà. Si tratta di un documento, diviso in varie sezioni (leggi il testo integrale), che stabilisce un rapporto di tipo “imprenditoriale” tra esercente e spettatore nell’erogazione del servizio spettacolo.
In pratica, la Carta esplicita e articola lo “status” di spettatore in veste di cliente e ne stabilisce i “giusti” modi di trattatamento.
Il suddetto, per esempio, ha diritto a biglietti dal prezzo chiaramente espresso, a una comunicazione sul contenuto del film che gli permetta un acquisto informato, a sale confortevoli e tecnologicamente avanzate, previo sollecito intervento di responsabili del servizio reclami. Inoltre, lo spettatore deve giovarsi del diritto al rispetto delle normative sulla sicurezza e sulla salute, che riguardano requisiti acustici delle sorgenti sonore, l’adeguatezza degli alimenti distribuiti, con particolare attenzione rivolta ai portatori di handicap.
L’introduzione della Carta è stata caldeggiata con fervore dal presidente dell’Agis, lo scrittore Giorgio Van Straten (leggi l’intervista), che ribadisce il fatto che: “La Carta stabilisce formalmente dei diritti che riguardano lo spettatore nei confronti di un servizio. Chi va al cinema deve essere trattato con estrema attenzione. Ciò accade in realtà già da vari anni. La differenza è che, prima d’ora, il principio generale non era mai stato sancito”.
Il concetto di fondo è che “lo spettatore deve sentirsi tutelato. Il suo diritto diventa chiaro, automatico. Si tratta di un rafforzamento del ruolo del pubblico”, conclude Van Straten.
A farsi interprete di un parere condiviso da molti colleghi registi pensa, invece, Carlo Vanzina: “Noi cineasti non possiamo che essere favorevoli”, dichiara. “La gente spesso non va a vedere alcuni film perché le sale sono brutte o poco attrezzate: la gestione del contenitore è, quindi, fondamentale”.
A levare invece una nota critica, non esente da strascichi pre-elettorali, pensa Giuseppe Rossetto, responsabile Forza Italia per cinema e teatro alla Commissione Cultura della Camera. Secondo Rossetto, “la Carta rischia di rivelarsi un’iniziativa inutile se dovesse andare in porto, entro la fine della legislatura, il disegno di legge del governo sulle misure antitrust”. Il provvedimento, secondo Rossetto, ribadisce ancora una volta, a suo avviso, la scondierata linea dirigistica adottata da tempo dal ministro per i Beni e le attività culturali. E conclude: “Forza Italia propone, almeno, di aggiungere al documento Agis, tra gli obblighi a carico del gestore, la verifica del gradimento presso gli spettatori del film visto in sala”.
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