Nathalie è insegnante. È divorziata. È soprattutto madre, gelosa, gelosissima, della figlia diciottenne Mathilde (Dara Tombroff), bellissima ballerina classica.
Il quasi compleanno del mezzo secolo innesca una spirale d’ironia e subbuglio emotivo in Nathalie, scaturito da un altro compleanno, quello a sorpresa, organizzato dalla donna stessa, per i 18 anni della figlia, situazione che già offre battute ilari e pungenti scambi, premessa chiara delle dinamiche a seguire. Mathilde ha un fidanzatino e l’amica della madre allude al prepararsi a diventare nonna; la figlia di questa seconda prende in giro la madre che finge mancanza di memoria per una data, offrendole così lo spunto per ricordarle che sta invecchiando; la stessa, credendo così di recuperare un po’ di giovinezza, confessa a Nathalie di aver trovato in camera della figlia uno spinello, che s’è fumata. Piccole, e apparentemente innocenti, schermaglie tra mamme e figlie adolescenti, che invece sono sintomo di ciò che di complicato sta vivendo Nathalie. Un’ironia dichiarata, che alleggerisce, non però portando il film a scadere in banalità e demenzialità, ma mantenendo sempre un tono raffinato e delicato, che, anzi, incorre a tratti in acidità di spirito, facendo incappare la donna nell’essere del tutto fuori luogo, e non sempre con consapevolezza, dinamiche che la fanno talvolta recepire al mondo fastidiosa, quasi respingente. Un ruolo cangiante, in cui Karin Viard resta bene in equilibrio, donando al suo personaggio tutte le sfumature necessarie.
Bruno Todeschini (già attore ne La delicatezza, primo film dei Foenkinos) interpreta Sébastian, amico di amici che, affascinato da Nathalie, cerca di corteggiarla, cadendo lui stesso vittima del “malessere” di lei: scena esplicita è quella di una cena romantica tra i due, in cui lei ha una reazione spropositata rispetto alla figlia, che lui appena ha incrociato per un saluto, ma per cui Nathalie lo sbatte fuori di casa, alludendo che sia un tipo a cui piacciono le ragazzine, sequenza che poi si rivolta anche su Mathilde, a cui la madre dà della “gatta morta”.
Un film su una fase delicata dell’emotività femminile, che questo film amplifica, su cui sorride, ma che propone anche nelle sue zone d’ombra e luce più complesse, qualche volta eccessive, forse proprio per fare da eco ad un sentire diffuso, in cui probabilmente molte potranno riconoscersi o riconoscere persone a cui vivono accanto.
A orchestrare la messa in scena del tutto, David Foenkinos e Stéphane Foenkinos, fratelli francesi alla seconda esperienza di regia a quattro mani, dopo La delicatezza (2011), film d’esordio nel lungometraggio: questa è l’opera seconda della coppia. David Foenkinos è uno scrittore di successo internazionale, con romanzi, biografie e narrativa per l’infanzia.
Il complicato mondo di Nathalie esce in sala, distribuito da Officine UBU, dall’11 ottobre.
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