Prodotto da Condé Nast ed Emma Film e distribuito da Adler Entertainment, Cover story è il ritratto intimo, glamour e autocelebrativo di 20 anni di giornalismo, di costume, di spettacolo e di cultura del settimanale Vanity Fair lanciato in Italia nel 2003.
In questo ultimo atto nella celebrazione dell’anniversario della rivista, Cover Story – 20 anni di Vanity Fair scritto e diretto da Cosimo Alemà insieme a Matteo Menduni si offre come una riflessione sui valori, sulla storia, sui personaggi e sul viaggio, in continuo divenire, della testata giornalistica che è lo specchio della fiera della vanità di ogni momento storico che racconta e che ha raccontato.
Da sempre le cover di Vanity Fair sono come chiavi in grado di aprire mondi, di generare dibattiti e di affermarsi anche nell’era digitale con una forza e una capacità d’impatto ineguagliabili. Cover story – 20 anni di Vanity Fair è una storia composta da migliaia di voci, per questo la scelta di lasciare la parola ai tantissimi personaggi del mondo del cinema, della musica, della televisione e dell’intrattenimento insieme ai nuovi protagonisti del panorama digitale che appaiono nel film in interviste, contributi speciali, ricordi e aneddoti legati alla rivista e al costrutto personale più intimo, spiegando il profondo legame con il magazine.
La struttura del docufilm, tutto da sfogliare, riflette sui valori e gli espedienti che hanno permesso a Vanity Fair di non perdere mai la lucentezza delle sue copertine, senza renderle troppo patinate, assicurandole sempre il posto di rilievo nel cuore delle donne e non più solo loro, ma di chiunque sia pronto ad aprirsi ai cambiamenti del tempo in cui vive. Il magazine, infatti, deve tutta la sua forza editoriale alla capacità di riuscire a resistere con grazia ai trambusti, che diventano poi assesti, dei passaggi epocali. Emancipazione femminile, sostenibilità, impegno politico, lotte progressiste, la passione per il cinema e il mondo dello spettacolo, l’inclusione e il dialogo con tutte le diversità hanno dunque permesso alla rivista di impaginare storie di ogni tipo che parlano a tutte le categorie.
Tra eventi glamour, party super sparkling e sfilate delle più lodevoli griffe accompagnate dalla colonna sonora originale del compositore e produttore italiano Dardust, Cover story giunge poi al cuore del suo racconto riflessivo e condiviso dedicando il giusto spazio al racconto delle testimonianze di una società in cambiamento che non possono più restare inascoltate. Ad avvicinarsi di più al cuore, il lungo intervento, ripreso più volte nel docufilm, di Michela Murgia in occasione del settimanale di luglio 2023 “La famiglia è di tutti” da lei diretto per raccontare la famiglia, o per meglio dire le famiglie e l’importanza di valorizzare e accoglierne ogni unicità per mettere a tacere, con gentilezza, il pensiero stereotipato incapace di osservare e interpretare. Pensare che la famiglia tradizionale possa ancora essere la struttura esclusiva di riferimento equivale a chiudere gli occhi sul cambiamento di una società sempre più ibrida. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno, diceva Murgia, è di legittimare e accettare che lo ius voluntatis della famiglia queer possa contare alla pari del legame di sangue “può il sangue contare più della volontà?”.
Nato con l’idea di celebrare il ventennale della rivista, Cover Story scorre piacevolmente come un magazine capace di affiatare gli argomenti più lontani tra loro, mescolando gossip, cinema, eventi glam, lotte politiche, racconti attivisti e storie intime in uno storytelling capace di omaggiare la capacità di Vanity Fair di adattarsi insieme al mondo e ai modelli in trasformazione. E no, non è un magazine per sole donne e, anche se lo fosse, questo stigmatizzato spazio dell’effimero riesce a rivelare, da ben vent’anni come le “donne siano il vero motore del cambiamento, più aperte e curiose degli uomini” racconta l’ex direttore di Vanity Fair Daniela Hamaui.
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